“Stanziando un significativo fondo di 2,5 milioni di euro a sostegno della ripartenza delle imprese nei territori alluvionati di sua competenza, la Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna ha dimostrato ancora una volta come il sistema romagnolo sia unito e attivo nell’affrontare le sfide. È un aiuto concreto, che va nella giusta direzione in un momento di particolare difficoltà per l’economia locale e un segnale forte a tutte le piccole e medie imprese.

Oltre all’importo cospicuo, è importante sottolineare alcuni aspetti fondamentali. Abbiamo apprezzato la prontezza con cui la Camera di Commercio ha attivato diversi canali, sommando alle risorse proprie i fondi provenienti dal sistema camerale nazionale, dalle banche e dagli enti locali. La capacità di dialogo con le associazioni di categoria, subito dimostrata dal presidente Giorgio Guberti, ha portato alla riduzione dei tempi di istruttoria — attraverso cui sarà possibile erogare i contributi entro il 2023 — e all’aumento del contributo massimo erogabile, da 5 a 7 mila euro.

L’adozione di un approccio legato all’autocertificazione, poi, semplifica e riduce gli ostacoli burocratici, poiché consente di richiedere agevolmente i contributi necessari senza l’intralcio di procedure amministrative complesse.

Riteniamo condivisibile anche l’idea di non adottare il criterio dell’ordine cronologico per la ripartizione delle risorse ma di optare per la ripartizione proporzionale tra tutte le imprese che presenteranno la domanda, in modo da garantire la massima inclusione.

Questa iniziativa conferma l’impegno del sistema territoriale di Ferrara e Ravenna nel gestire al meglio l’emergenza e nel sostenere il percorso di ripresa delle imprese locali. Considerando anche l’intervento analogo sviluppato dalla Camera di Commercio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) possiamo affermare che il sistema camerale si è mosso in modo molto positivo.

Tuttavia, è cruciale che anche il Governo mostri un impegno analogo. Ad oggi, le risorse messe a disposizione del Generale Figliuolo risultano chiaramente insufficienti, lasciando incerti i tempi e le modalità di erogazione”.