Venerdì 10 maggio 2019 alle ore 17, nell’ambito del ciclo di incontri “Faenza città d’Europa” organizzato dal Museo Nazionale dell’età Neoclassica in Romagna a Palazzo Milzetti a Faenza, si terrà una conversazione della dott.ssa Antonella Imolesi Pozzi, già Responsabile dei Fondi Antichi e delle Raccolte Piancastelli della Biblioteca forlivese, dal titolo: Le Raccolte Piancastelli della Biblioteca comunale di Forlì. Un patrimonio unico per la documentazione dell’arte e della storia della Romagna.

L’incontro sarà accompagnato dalla proiezione di una selezione di immagini di opere d’arte, documenti, volumi e stampe di ambito romagnolo, conservati all’interno di quello che, a buon diritto, può considerarsi l’archivio di documentazione più esaustivo sulla storia, la letteratura, l’arte e il folclore del nostro territorio e luogo imprescindibile per la ricerca e lo studio dei più disparati aspetti della cultura della nostra regione.

L’immensa collezione, realizzata nel corso di una vita dal bibliofilo e collezionista fusignanese Carlo Piancastelli (Imola, 1867 – Roma, 1938) è stata da lui donata alla Biblioteca Comunale di Forlì alla sua morte, per legato testamentario del 1938.

La parte più consistente delle sue straordinarie Raccolte è la vastissima Biblioteca costituita da oltre 55.000 volumi, nota con il nome di Biblioteca Romagnola accanto alla quale sono conservati oggetti e materiali diversi per tipologia e provenienza. Le Raccolte presentano una fisionomia complessa e articolata in varie sezioni comprendenti un ricchissimo archivio costituito da migliaia di autografi, accanto a manoscritti, libri, ceramiche, lettere, cartoline, monete, incisioni, disegni, dipinti, spartiti musicali e oggetti d’arte che coprono un lungo arco cronologico che va dal XII secolo ai primi quaranta anni del XX secolo e che sono oggetto di studio e di ricerca da parte di studiosi locali e internazionali che possono liberamente compulsare i materiali bibliografici e documentali accedendo alle Sale in cui è conservata la Piancastelliana.

La relatrice, che per lunghi anni è stata la conservatrice di questo ricchissimo patrimonio, si è impegnata in ambito istituzionale nella conservazione, catalogazione, tutela e valorizzazione dei materiali bibliografici, iconografici e documentali della Biblioteca forlivese, realizzando mostre, tenendo conferenze e partecipando a convegni e giornate di studio e ha collaborato a numerosi cataloghi e riviste specialistiche scrivendo schede e saggi di argomento bibliografico, storico e artistico.

Durante l’incontro Imolesi Pozzi illustrerà il prezioso amalgama di oggetti, volumi e opere d’arte che costituiscono la collezione, continuando quell’opera di studio e di divulgazione che porta avanti da oltre trent’anni, e ci spiega: «Piancastelli è riuscito, attraverso una inesausta ricerca di materiali spesso incongrui ed eterogenei, a realizzare un grande monumento della Romagna, in cui rarissimi codici, incunaboli e cinquecentine stanno accanto a materiali poveri come cartoline illustrate, santini e carte da gioco, in una struttura complessa e articolata che, al pari di un’opera letteraria o di un’opera d’arte, porta la firma del suo artefice. Per questo appare indispensabile salvaguardare la “dimensione bibliografica” di questa inestimabile collezione, intesa come prodotto delle relazioni tra gli elementi che la compongono, costituita da sezioni legate indissolubilmente in una complessa architettura in grado di rivelare informazioni significative soltanto se considerata come complesso organico e unitario. Pur non sottovalutando le difficoltà gestionali di una raccolta così complessa, mi auguro che anche per il futuro possa essere salvaguardata la destinazione voluta dal collezionista che individuò nella Biblioteca di Forlì il luogo idoneo in cui collocare la sua preziosissima collezione e sia conservata la caratteristica fondamentale della Piancastelliana, evitando forzate separazioni dei materiali in base alla loro tipologia, mantenendo il criterio di scelta del donatore che acquisì materiali così diversi tra loro (monete, libri, disegni, incisioni, ceramiche) non tanto per la loro valenza estetica ma come materiali “bibliografici” di documentazione. Non dimenticando che l’unicità delle Raccolte risiede anche nel fatto che ancora oggi l’intera collezione è consultabile e disponibile in un unico luogo, il settecentesco Palazzo del Merenda».

Antonella Imolesi Pozzi si è laureata alla Facoltà di Lettere e Filosofia – D.A.M.S. di Bologna con una tesi sulla storia del collezionismo di incisioni antiche ed è stata la Responsabile dei Fondi Antichi e delle Raccolte Piancastelli della Biblioteca comunale “A. Saffi” di Forlì.

In ambito istituzionale si è occupata della conservazione, catalogazione, tutela e valorizzazione dei materiali bibliografici, iconografici e documentali della Biblioteca, realizzando mostre, tenendo conferenze e partecipando a convegni e giornate di studio su argomenti relativi al patrimonio librario forlivese, all’illustrazione libraria e alla storia dell’incisione antica e moderna.

Collabora a varie riviste e ha scritto schede e saggi per vari cataloghi di argomento bibliografico, storico e artistico.

Ha realizzato varie pubblicazioni fra cui Il paesaggio nella letteratura romagnola fra ‘800 e ‘900 (Cesena, Il Ponte Vecchio, 2001); Cultura e scienza in Romagna nel ‘500. Dalle collezioni forlivesi (Forlì, Sapim, 2003); La devozione mariana in Romagna nelle incisioni delle Raccolte Piancastelli (Castrocaro, Vespignani Editore, 2007); Vicende e protagonisti del Futurismo in Romagna (Forlì, Aquacalda, 2007);  Marco Dente. Un incisore ravennate nel segno di Raffaello (Ravenna, Longo, 2008); Pagine Futuriste. Carte e libri futuristi nelle Raccolte della Biblioteca Comunale di Forlì (Forlì, Aquacalda, 2010); Fra realtà e rappresentazione. Il paesaggio nelle Raccolte Piancastelli (Bologna, Il Mulino, 2016); «La Piê», rivista di illustrazione romagnola. Copertine da collezione (Milano, Fondazione Italo Zetti, 2017).