Continua ad essere incandescente il dibattito attorno all’urbanizzazione della Ghilana, area alluvionata a maggio. Un progetto che gli ambientalisti chiedono di ritirare per non aggiungere ulteriore cemento e quindi ulteriori rischi in un’eventuale nuova alluvione, senza contare poi le potenziali conseguenze per chi quelle case le andrà ad abitare.

Anche dopo però l’allagamento dei terreni, la Coabi e la Tua Casa hanno dimostrato di voler proseguire con la costruzione delle villette. Nel frattempo sono arrivate le risposte agli ambientalisti, in particolare contro il gruppo di Faenza eco-logica: Giandomenico Marchi, socio da anni della Coabi, è stato allontanato dalla cooperativa, mentre Linda Maggiori, la portavoce, ha ricevuto una richiesta di risarcimento danni di 50 mila euro.

‘L’accusa è aver danneggiato l’immagine della cooperativa, con epiteti quali “cementificatori” e “palazzinari”, di aver “costruito ad arte” la notizia di una colonia di ricci abitante sotto le case diroccate della Villa Ghilana, e di aver “costruito e diffuso” la notizia di esemplari di ricci morti sotto le macerie, in seguito alla demolizione del 27 aprile 2023.
Non è la prima minaccia e querela che le arriva, da parte di “potenti” locali’ spiega il gruppo, che, tramite l’avvocato Andrea Di Pietro, ha rigettato le accuse negando ogni responsabilità rispetto agli addebiti mossi e respingendo la richiesta di risarcimento danni. Contestualmente ha ribadito la legittimità della critica e la sua libertà di informazione e di espressione costituzionalmente garantite.

Dal canto suo Faenza eco-logica passa al contrattacco, criticando nuovamente la perizia a firma Fabio Dall’Osso, già a suo tempo criticata dal veterinario Massimo Vacchetta, esperto di ricci, che la definì “non accurata”. La perizia doveva stabilire se alla Villa della Ghilana fosse possibile la presenza di ricci e quindi fosse possibile demolire i ruderi. Durante il suo sopralluogo, Vacchetta trovò tracce del passaggio dei ricci.

“La perizia, firmata dal dott. Fabio Dall’Osso in data 26 aprile, che si autodichiarava “medico veterinario”, fu letta in consiglio comunale (il 27 aprile) dall’assessore Luca Ortolani, e come lui affermava, girata addirittura alla Regione competente per la fauna protetta, per giustificare l’operato delle aziende edili. Oggi a distanza di vari mesi, scopriamo che il dottor Fabio Dall’Osso non era, allora come oggi, iscritto all’albo, è stato cancellato il 2 gennaio 2023 (il motivo non ci è noto). All’epoca dei fatti, quindi, non poteva esercitare, tantomeno firmare una perizia di quell’ importanza. Ora vogliamo chiarezza. La Coabi sapeva che questo dottore era stato cancellato dall’albo, nel commissionargli l’incarico (immaginiamo a pagamento)? Il Comune sapeva che questo dottore non era iscritto all’albo quando leggeva la perizia da lui firmata, addirittura in consiglio comunale e poi inviava la stessa alla Regione?” chiede Faenza eco-logica, ricordando che, proprio dopo la demolizione dei ruderi, fu trovato un esemplare di riccio morto.

E proprio sull’animale morto si era consumato un altro scontro. Secondo la Coabi il riccio era già morto da giorni, per polmonite. Dalle immagini visionate, invece, Vacchetta ha sottolineato come il decesso al contrario era recente, essendo gli aculei del riccio ancora dritti.

“Da quanto ci risulta né i vigili né tantomeno i forestali erano presenti al momento del prelievo del riccio e trasferimento ad autopsia. Visto che il “veterinario” consultato dalla Coabi non appartiene all’albo, chi ci garantisce che questa prova sia affidabile?
Consideriamo che sia gravissimo perseguitare attivisti e giornalisti (che non hanno grandi disponibilità economiche), con richieste di abnormi risarcimenti e minacce di cause civili e penali, con l’evidente intento di intimidirli e metterli a tacere.” conclude Faenza eco-logica.