Il nuovo appuntamento del Teatro Comunale di Russi è giovedì 23 febbraio (ore 20.45, biglietti da 15 a 22 euro), serata in cui Lucilla Giagnoni traccia un affascinante ed evocativo percorso alle origini degli archetipi di femminile e maschile attraverso Magnificat, un viaggio dagli antichi miti alla storia del Cristianesimo e delle religioni alla scoperta del femminile come forza rigeneratrice del mondo.

Il monologo è scritto dall’attrice stessa con Maria Rosa Pantè, è accompagnato dalla musica di Paolo Pizzimenti e intreccia riflessione e ironia.

“Femminile” e “Maschile” sono due archetipi, cioè stanno alle origini di ogni pensiero conscio e inconscio: quello maschile, del guerriero, come forza del fare, del lottare e quello femminile, capace di creare connessioni e relazioni. Una forza collettiva, resiliente, accogliente.

Negli ultimi millenni queste due forze sono state messe in contrapposizione, facendo sì che il “Maschile” soffocasse sempre più il “Femminile”, creando una condizione spacciata per inevitabile e connaturata all’essere umano.

Una risposta a questa condizione irrisolta, come afferma l’autrice, sta nel desiderio che “le generazioni, cioè la storia, cioè il nostro agire, dovranno d’ora in poi riconoscere tutto questo. Solo se dalla terra riemergerà il “Femminile”, ci sarà una possibilità per tutti di futura convivenza, non solo nella sopravvivenza, ma nella beatitudine, cioè nella felicità.”

Da giovedì 16 febbraio è disponibile il webinar con Lucilla Giagnoni nell’ambito del progetto Solo al femminile, un ciclo di quattro incontri per indagare le peculiarità della forma-monologo. A parlarne saranno quattro autrici e attrici fra le più rappresentative della nostra scena contemporanea. Attraverso la forma-monologo le attrici/autrici coinvolte hanno dato corpo, nel loro percorso artistico, a personaggi emblematici, rappresentativi di spaccati sociali, condizioni esistenziali, esperienze scottanti – a volte dolorose a volte grottesche – capaci di scuotere le coscienze, emozionare e rendere partecipi gli spettatori delle loro esperienze.