Ci risiamo. Come Ravenna in Comune abbiamo “festeggiato” il 1° febbraio la fine dell’emergenza e da oggi diamo conto del fatto che è ricominciata. I provvedimenti emergenziali sono attivati nel caso in cui nel giorno di controllo e nei due successivi le previsioni di qualità dell’aria indichino una probabilità non trascurabile di superamento del valore limite giornaliero per il PM10 (50 µg/m3) in almeno una stazione della provincia. L’emergenza era finita solo perché per ARPAE le previsioni erano di vento forte. Scrive ARPAE che la decisione di dichiarare lo stato di emergenza «è improntata sul principio di cautela, pertanto, in un’ottica preventiva, saranno attivati i provvedimenti emergenziali ogni qualvolta non sia possibile escludere l’evenienza di 3 superamenti consecutivi e comunque nel caso in cui il quadro previsionale mostri l’instaurarsi di prolungate condizioni meteorologiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti». Dunque, in assenza di pioggia e di vento, ci risiamo. In gennaio, cioè in un solo mese, gli sforamenti sono stati 13. E la somma degli sforamenti ancora consentiti nei restanti 11 mesi è 22… Oggi, domani e lunedì siamo in emergenza. Poi si vedrà.

Nelle aree urbane, come quelle monitorate dalla stazione di Via Zalamella, sono il traffico e il riscaldamento le maggiori cause. La dipendenza dalla combustione di fonti fossili, gas o petrolio e derivati che siano, è all’origine del problema. E lo è da anni. Purtroppo quest’anno, causa la mancanza di sollievo meteo, andiamo anche peggio del solito. Si potrebbe fare qualcosa? Certo. Per le emissioni private, auto e abitazioni/uffici sarebbero necessari provvedimenti governativi. Ma per edifici e trasporti pubblici comunali la Giunta de Pascale può provvedere direttamente. Occorre l’immediato avvio del passaggio alle rinnovabili per entrambe le fattispecie. Non a parole, però, ma attraverso i fatti.

Per fare un esempio concreto, Ravenna in Comune nella scorsa consigliatura ha votato a favore del PUMS solo dopo che era stato assunto uno specifico impegno da parte della maggioranza. Si trattava dell’obiettivo della graduale introduzione di servizi gratuiti di trasporto pubblico ad emissioni zero, fino ad arrivare alla completa gratuità del servizio e alla completa sostituzione dei mezzi. Lo scopo, evidente, è quello di ridurre il traffico veicolare privato, responsabile di gran parte delle emissioni legate alla mobilità. Ma ancora non se ne è fatto niente in concreto.

Chiediamo alla maggioranza di smetterla con l’ambientalismo parolaio e iniziare subito con le azioni concrete. Ravenna vuole smetterla di respirare le polveri sottili che poi causeranno tumori alle vie respiratorie delle sue cittadine e dei suoi cittadini.