Nella foto: l'incendio dopo l'esplosione dell'impianto di Quintana nel Texas

“Ieri c’è stata la sentenza del processo per la strage di Viareggio, i 32 morti e il centinaio di feriti causati dall’esplosione di un treno carico di gas GPL che attraversava la città. Un pezzo di città rimase distrutto, le ombre degli scomparsi stampate sui muri. La corte di appello, in rinvio dalla cassazione, ha stabilito che 13 persone, tra cui l’ex vertice delle ferrovie dello stato, andavano condannate a pene diverse, la maggiore è stata di 6 anni e nove mesi. L’omicidio è risultato prescritto. Moretti, ex AD di FFSS, è stato condannato a 5 anni di reclusione per disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose. Manca ancora l’atto finaåle del passaggio in giudicato dopo un probabile nuovo passaggio in cassazione.

L’esplosione è avvenuta tredici anni fa, il 29 giugno 2009. Il processo conclusosi ieri ci ricorda che i morti restano tali, ma ci lascia ancora con la sete di giustizia, per la quale ancora bisogna aspettare. L’esplosione, invece, ci ricorda ancora una volta che il gas è pericoloso. È pericoloso quando viene trasportato lungo le strade e le ferrovie. È pericoloso però anche quando attraversa gli impianti di esportazione che producono gas GNL, come accaduto nel golfo del Texas l’8 giugno scorso. È pericoloso quando viene estratto, come accaduto alla piattaforma Paguro il 28 settembre del 1965, esplosa al largo di Ravenna con 3 morti sui 38 che vi lavoravano. Prima di diventare un luogo di turismo subacqueo, per tre mesi il gas continuò a bruciare mandando una lingua di fuoco alta fino a 60 metri, visibile dalla costa, che illuminava il mare a giorno anche di notte. Sul fondale l’esplosione ha creato un cratere profondo 33 metri.

Prima ancora che riescano imporci un rigassificatore galleggiante, di fronte a Marina di Ravenna ci sono già due depositi da 10.000 mc l’uno di GNL. Solo Ravenna in Comune in Consiglio Comunale ha votato contro la concessione di una deroga per la loro realizzazione. Il deposito, così come sarebbe il rigassificatore, è soggetto alla direttiva Seveso in quanto il GNL è altamente infiammabile. È stato il nostro 26esimo (ventiseiesimo!) impianto a rischio di grande incidente (sono quasi tutti in zona porto). Però nessuno a Ravenna, a parte Ravenna in Comune, parla di questi rischi.

A Piombino, dove vorrebbero mettere l’altro rigassificatore, la Golar Tundra, è oggetto quotidiano di dibattito. Oggi alle 15.00 si terrà un Consiglio comunale monotematico aperto per discutere della collocazione di un rigassificatore nel porto della città toscana. L’opposizione cresce contro quella che sarebbe un’assurdità pericolosa. La Ravenna che lotta contro la lobby del fossile oggi guarda a Piombino. Come Ravenna in Comune torniamo a manifestare solidarietà alla comunità piombinese con cui condividiamo la stessa lotta e torniamo a chiamare a raccolta la cittadinanza attorno alle associazioni che, anche da noi, stanno cominciando ad organizzare l’opposizione. No al rigassificatore, all’incremento delle estrazioni, alla discarica della CO2. Sì a un futuro polo delle energie rinnovabili e sostenibili.”