“Oggi invitiamo ad essere in piazza del Popolo, dalle 17, alla manifestazione organizzata da Casa delle donne, UDI e Donne in Nero per chiedere il cessate il fuoco e l’avvio di negoziati di pace rispetto alla guerra in corso di svolgimento in Ucraina. Domani invitiamo ad essere in Piazza Andrea Costa, dalle 16.30, alla manifestazione organizzata da Unione Popolare, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano per lo stop all’invio di armi e alle sanzioni, il ritiro dei contingenti dai confini con la Russia, un ruolo attivo per il cessate il fuoco e la convocazione di una conferenza di pace, il taglio delle spese militari, la firma del trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari e il rifiuto di ospitare ordigni nucleari in Italia.

Le due manifestazioni locali si inseriscono nell’ambito di una serie di manifestazioni nazionali. Quella di oggi, ne abbiamo già parlato ieri, è in rapporto all’appello lanciato da Europe for Peace. La manifestazione di domani risponde alla chiamata dei portuali del CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) di Genova per una mobilitazione antimilitarista e pacifista contro la guerra in Ucraina: «A un anno dall’inizio della guerra, pensiamo che sia condivisa da tutti e tutte l’urgenza di dare una rappresentanza concreta, non solo virtuale, a tutti coloro che non vogliono che questa guerra continui, a tutti coloro che rifiutano l’escalation bellica che non accenna a fermarsi. I venti di guerra non accennano a diminuire, oramai è chiaro a tutti che non si tratta di un conflitto locale ma generale. E le cui motivazioni di fondo vanno ricercate nella crisi generale di un sistema di accumulazione capitalista in crisi profonda».

Il movimento dei portuali è impegnato da anni nel contrasto al traffico di armi nei porti, in primis nello scalo genovese. L’appuntamento nazionale lanciato dal porto della città della Lanterna serve dunque non solo per opporsi alla guerra in corso in Ucraina, ma anche per ribadire la forte opposizione all’invio di armi da parte del Governo italiano che di fatto alimenta l’escalation bellica. Per il 25 febbraio anche i sindacati di base dell’USB hanno proclamato uno sciopero nazionale nei porti contro tutte le guerre, contro l’escalation del conflitto in Ucraina e l’invio di aiuti militari e per rendere i porti italiani liberi dal traffico di armi (nonché, a seguito degli ultimi morti nei porti di Trieste e Civitavecchia, contro gli omicidi sul lavoro).

Concordando con queste istanze, come Ravenna in Comune invitiamo chi condivide i nostri valori a partecipare ad entrambe le manifestazioni.”