Nonostante l’area sia stata completamente allagata durante l’alluvione, non si ferma il progetto di edificazione delle villette alla Ghilana. La giunta di Faenza ha già approvato il nuovo accordo operativo con la proprietà dove sono previste modifiche al progetto per evitare, nella teoria, che le case che verranno costruite possano essere investite da una nuova alluvione o da altri fenomeni.

Contro la costruzione di abitazioni alla Ghilana si è da tempo schierata Legambiente Faenza, che torna quindi a criticare il progetto. Non l’unica nuova urbanizzazione prevista in città dopo gli eventi di maggio per la verità. Una nuova urbanizzazione infatti interesserà l’area attigua alla rotonda XXV Aprile, in borgo, e un’altra in via Chiarini.

‘In tutti questi casi noi pensiamo che il problema non sia una discussione burocratica sulle norme su: “diritti acquisiti”, quali modifiche ai progetti, quali “compensazioni” , ecc. chiediamo invece che si utilizzi un’ altra norma, quella del “principio di precauzione”, o più semplicemente del principio del buon senso: in quelle zone non si deve costruire’ spiega Legambiente Faenza

‘Questo significa “cambio di passo” e riconoscimento che “non si può ricostruire (e costruire) esattamente come prima”, come anche alcuni amministratori hanno giustamente sostenuto. E’ comprensibile che le proprietà interessate si dolgano delle perdite economiche (o dei mancati introiti) che ne deriverebbero (forse anche questi danni potrebbero ricadere tra i ristori che il Governo Meloni ha garantito al 100%) vorremo ricordare che vi sono cittadini che dall’alluvione hanno già perso molto di più, in particolare in rapporto al rispettivo patrimonio’.

L’associazione è preoccupata dal dibattito di questi mesi di fronte ai cambiamenti climatici che, dopo la Romagna, hanno duramente colpito anche la Toscana e torneranno ad essere sempre più frequenti. Dall’alluvione di maggio in po’ c’è chi ha negato i cambiamenti climatici e la responsabilità dell’uomo, c’è chi ha chiesto un cambio di passo sulle emissioni in atmosfera e sulle cementificazioni e chi invece ha espresso il desiderio di ricostruire tutto come prima, anche se il modello non è più compatibile con la realtà dei tempi. 

‘Sono altri gli interventi urbanistici che sono necessari nel territorio, soprattutto una riqualificazione e rigenerazione del patrimonio già costruito che il nuovo Piano Urbanistico Generale dovrà più precisamente indicare. Più in generale, poi servono interventi e opere per la messa in sicurezza di tutto il territorio “dall’appennino al mare”. E’ importante che la Regione abbia annunciato la costituzione di una task force per la ricostruzione, affermando che “dobbiamo ripensare tutto”, che “serve un approccio innovativo”. Legambiente, non solo a livello locale, ma regionale e nazionale, sarà particolarmente attenta a entrare nel merito di questo confronto, anche coinvolgendo altre competenze, per concretizzare sul serio queste affermazioni.’