“L’arrivo della nave rigassificatrice BW Singapore a Ravenna sembra essere ormai dato per scontato dalle istituzioni ravennati. Appiattendosi sulle scelte della politica nazionale e regionale, ubbidienti ai diktat dei colossi del fossile, il Consiglio Comunale di Ravenna (purtroppo all’unanimità, un solo astenuto) ha ancora una volta ratificato la volontà di andare avanti senza alcun ripensamento, senza ascoltare minimamente le obiezioni di parte significativa della popolazione, dei comitati di cittadine e cittadini, e di quanti hanno inviato argomentate osservazioni. In spregio alle istanze di salvaguardia dai rischi, alle reali esigenze di tutela del territorio, e incuranti della denuncia di un modello energetico ormai insopportabile e causa prima della catastrofe climatica, si è deciso di approvare un progetto che va nel senso esattamente opposto a quello che sarebbe necessario, anche accettando una dichiarazione di stato di emergenza che rende possibile ogni deroga all’ osservanza delle norme ambientali, che chiunque dovrebbe rispettare.
Non ne siamo molto sorpresi. Esprimiamo però una profonda amarezza, per una scelta che pone la criticità climatica sostanzialmente all’ultimo posto.
Per noi si tratta di un tema che non riguarda “solo” la sicurezza, sulla quale per altro vengono date risposte molto generiche. E nemmeno si tratta “solo” dei danni al territorio, in mare e in terraferma, conseguenti agli inevitabili dragaggi continui dei fondali, allo sversamento di tonnellate di cloro in acqua e al suo radicale raffreddamento, che altererà l’ecosistema marino, e alla costruzione di imponenti strutture a terra. Si tratta anche – e soprattutto – di decidere se vogliamo legarci per l’eternità alla schiavitù del sistema fossile, costruendo in Italia un’infinità di strutture dedicate alla filiera del gas liquefatto, in aggiunta a tutte quelle (già esistenti o in previsione) dedicate all’estrazione e allo stoccaggio: una scelta che, come ormai è ampiamente noto, comporta costi economici ed ambientali elevatissimi in tutte le sue fasi, e paralizza il nostro sistema energetico.
Da molto tempo – anche ad alti e qualificatissimi livelli – si invoca l’ urgenza della vera transizione ecologica, la necessità di cominciare a ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e climalteranti, e organizzare con molta più determinazione il passaggio alle energie rinnovabili, alla produzione decentrata e diffusa e a un modello sociale meno predatorio e più rispettoso del Pianeta e del futuro delle prossime generazioni. Ma purtroppo stiamo assistendo a un’accelerazione spaventosa, mai vista prima, del ricorso al sistema estrattivista come unico modello di vita. Un vero e proprio assalto alle risorse della Terra, senza alcuna preoccupazione per come sarà la vita di coloro che vengono al mondo oggi.
Ravenna in questo processo vuole giocare il ruolo di prima della classe ?
La comunità della scienza sta evidenziando ogni giorno l’urgenza di porre rimedio invertendo la tendenza in atto. La politica, anche quella rappresentata nel Consiglio Comunale di Ravenna, dal canto suo non riesce a vedere al di là di interessi immediati, e si rifiuta di compiere, neppur parzialmente, le scelte che dovrebbero ormai essere ovvie.
Ancora una volta tocca a noi, a tutte e tutti coloro che vivono e lavorano ogni giorno nella quotidianità della catastrofe climatica e ambientale, prendere la parola, come da tempo stiamo cercando di fare, per opporci allo sfruttamento senza limiti delle risorse, con la mobilitazione e con un’ infinità di proposte concrete per costruire un modello ben diverso, rispettoso della Terra, della giustizia sociale, climatica, alimentare, generazionale e interculturale.”

Coordinamento ravennate “Per il Clima- Fuori dal Fossile”
Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna