Nel mese di luglio del 2017, il Comune di Ravenna approvò, al costo di 8.500 euro, l’“intervento di ricollocazione tessere mosaico” nella Porta Serrata di via di Roma e nell’Arco del Morigia di via Ravegnana (il cosiddetto Portonaccio).

In sostanza, si trattava di rimuovere le piastrelle colorate di ceramica collocate su quei due monumenti da Invader, noto writer francese, autore di numerose similari installazioni su edifici pubblici e privati della nostra città, la maggior parte non autorizzate.

La deliberazione della Giunta comunale spiegava che i lavori si erano resi necessari “al fine di preservare l’integrità del fabbricato”. A settembre 2017, Lista per Ravenna, tramite i consiglieri Alvaro Ancisi e Stefano Donati, aveva denunciato come l’importo del restauro fosse a carico della cittadinanza. Ma la speranza che i due mosaici fossero definitivamente rimossi si è spenta proprio di recente, quando improvvisamente, a distanza di pochi mesi dalla loro rimozione, le piastrelle sono riapparse nei medesimi monumenti e ricollocate a pochi centimetri dalla posizione iniziale.

Nulla peraltro emerge nella deliberazione circa la necessaria acquisizione del parere favorevole da parte della Soprintendenza per i Beni architettonici, come avvenne nel 2006 e nel 2010 per altre opere di restauro effettuate sui medesimi monumenti.

A marzo 2015, il Consiglio territoriale del Centro urbano, su proposta del capogruppo di Lista per Ravenna Stefano Donati, aveva rivolto alla Soprintendenza la seguente istanza: “…Nello specifico e per quanto di Vostra competenza, questo Consiglio Territoriale si rivolge alla Soprintendenza di Ravenna, per avere informazioni circa le due installazioni effettuate sulle storiche Porta Serrata e Porta Ravegnana, al fine di chiarire se siano state da Voi effettivamente autorizzate. In caso contrario, chiediamo quali azioni saranno intraprese per i due piccoli mosaici in stile spaziale”.

Non abbiamo avuto alcuna risposta, ma nel frattempo si è verificato il misfatto di cui sopra. Oltre al danno dello sfregio provocato ai monumenti, la cittadinanza ha dovuto infatti subire la beffa di doverlo pagare di tasca propria, e solamente per spostare le piastrelle dal fregio di marmo su cui erano state indebitamente installate al mattone di pietra soprastante.

Siccome questa decisione configura un danno erariale, l’amministrazione comunale ha però l’obbligo di imporne il risarcimento a chi ne è stato responsabile, salvo essa stessa doverne rispondere, nelle persone degli amministratori (sindaco e/o assessori) che hanno approvato la deliberazione di cui sopra, alla Corte dei Conti, ma eventualmente anche in sede penale per omissione di atti d’ufficio.

Sindaco e assessori, se proprio vogliono esonerare Invader dall’obbligo di risarcire il danno prodotto alla comunità, paghino coi soldi propri, non dei cittadini.
Lista per Ravenna porrà il problema in consiglio comunale.