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“E’ inaccettabile che lavoratrici e lavoratori in prima linea siano esposti a situazioni di rischio in ragione dell’incapacità a fornire e a garantire loro Dispositivi di protezione individuale non solo a norma ma sicuri e tutelanti” affermano UIL FPL di Cesena, Forlì Ravenna e Rimini.

“La UIL FPL di Cesena, Forlì Ravenna e Rimini è estremamente preoccupata di quanto sta avvenendo nell’ambito della sanità romagnola in relazione al sequestro delle mascherine date in dotazione ai reparti e non sicure se non addirittura dannose per la salute degli operatori. Lavoratori in prima linea da oltre due anni per fronteggiare una pandemia che di anno in anno si manifesta più forte dell’anno precedente” continuano i sindacati.

“Così mentre le tutele garantite dalla vaccinazione vengono meno (gli operatori sanitari sono stati infatti i primi ad essere sottoposti alla campagna vaccinale) e si è costretti a ulteriori richiami  ci si trova a dover far fronte a un ulteriore nemico: la mancata sicurezza di alcuni dispositivi di protezione individuale dati agli operatori. Rimane poi da chiarire un ulteriore aspetto ovvero se il maxi sequestro di mascherine non comporterà nel prossimo futuro problemi di approvvigionamento nei confronti dei dipendenti e quali effetti sulla salute potrebbe avere comportato l’utilizzo di mascherine non a norma” dichiarano i sindacati.

“La UIL FPL di Cesena, Forlì Ravenna e Rimini richiederanno pertanto alla Direzione Aziendale i dovuti chiarimenti e le indispensabili rassicurazioni affinché ogni Dispositivo fornito ai dipendenti garantisca le dovute protezioni.  Infatti la UIL e tutte le sue Categorie sono in prima linea con la campagna “Zero Morti sul lavoro” proprio per sensibilizzare e combattere tutte le forme di mancata tutela, quale quella appresa in questi giorni, della sicurezza dei lavoratori. E’ quindi ancor più incredibile che proprio un’Azienda Sanitaria sia soggetta a situazioni di tale gravità. Una situazione che necessita di un intervento immediato da parte della Direzione Aziendale” concludono i sindacati.