30/05/2018 – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ravenna, in esecuzione di un provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Rimini su richiesta della locale Procura della Repubblica, nella persona del Pubblico Ministero Dott. Luigi Sgambati, hanno sequestrato beni immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie per oltre un milione di euro nei confronti di due riminesi amministratori di una società “esterovestita”, cioè formalmente localizzata nella Repubblica di San Marino, ma realmente operante in Rimini ed attiva nella produzione e commercializzazione di apparecchi per il filtraggio dell’acqua.
Con il termine esterovestizione si intende la fittizia localizzazione della residenza fiscale all’estero, in particolare in un Paese con un trattamento fiscale vantaggioso, allo scopo di sottrarsi agli adempimenti previsti dall’ordinamento tributario nazionale.
Il sequestro giunge all’esito di un’approfondita indagine di polizia economico-finanziaria condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Faenza, nel corso della quale sono stati acquisiti concreti elementi sintomatici della falsa residenza estera della società. Nel corso delle attività ispettive, infatti, è stato appurato come l’effettivo luogo di amministrazione dell’impresa si trovasse in Italia e non a San Marino. In sintesi, tutte le scelte gestionali per la conduzione dell’azienda provenivano dal territorio nazionale, ove sono risultati risiedere anche tutti i componenti della società, così come sono risultati residenti nel territorio nazionale tutti i fornitori e la quasi totalità della clientela dell’azienda.
Ad ulteriore riscontro le Fiamme Gialle ravennati hanno anche attivato la procedura di collaborazione con le Autorità sammarinesi, le quali hanno confermato come l’impresa in questione non fosse operativa nella Repubblica del Titano, avendo addirittura la licenza sospesa. La sede dichiarata dalla società era stata infatti collocata all’interno di locali solo parzialmente arredati e palesemente inadatti allo svolgimento delle normali attività d’impresa.
I due responsabili della società – che attraverso tale espediente hanno evaso imposte per oltre un milione di euro in cinque anni, nascondendo al fisco italiano oltre due milioni e mezzo di base imponibile – sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Rimini per il reato di omessa dichiarazione fiscale.