“Che catturare e stoccare l’anidride carbonica fosse una falsa soluzione, accompagnata da una tecnologia incerta e costosa, era stato già ampiamente sostenuto e motivato dal M5S, da sempre contrario a tecnologie che non tendessero alle rinnovabili” lo afferma Igor Gallonetto, voce del Movimento 5 Stelle a Ravenna.

“A partire dal 2022, sono già stati approvati dal Parlamento – continua Gallonetto – stanziamenti per 70 milioni di euro in tre anni, destinati alla nascita di un polo proprio a Ravenna, per la produzione di energia  da fonti rinnovabili, utilizzando anche piattaforme estrattive dismesse al largo della nostra costa (progetto Agnes). Già con un emendamento del M5S del 19 maggio 2016, si era richiesta la riconversione degli impianti di trivellazione e piattaforme dismesse ad impianti di produzione energia rinnovabile (eolico)”.

Si è finalmente radicata in molte forze politiche quella inversione di tendenza di visione, verso gli idrocarburi e l’estrazione di gas, che il Movimento 5 Stelle ha da sempre identificato come il passato. Quando eravamo i soli ad indicare come dannose e superate le trivellazioni a largo di Ravenna – rivendica Gallonetto – tutti ci bollavano, nelle più edulcorate definizioni, come visionari contrari allo sviluppo. Oggi questi stanziamenti dimostrano che non era così, e non possiamo che cogliere con favore questo ravvedimento di  molte forze politiche nazionali e del territorio.

Certo, sentire ancora che c’è chi vorrebbe un’impianto di stoccaggio di CO2 – continua l’esponente del M5S ravennate – lascia perplessi. Non solo, perché l’intero comparto dell’energia e lo sviluppo del suo know how vanno dalla parte opposta; ma anche perché nessuna garanzia su standard di sicurezza di un procedimento industriale che comprime la CO2 e poi la dovrebbe iniettare nel giacimento sottomarino, ad oggi, si conosce con certezza.

Cosa potrebbe succedere – si chiede Gallonetto – iniettando CO2 compressa in zone sismiche e con forte subsidenza, come la nostra città? Senza contare i costi; stante che, anche se i favorevoli all’opera non lo dicono, la tecnologia di cattura e stoccaggio consuma moltissima energia, che non è gratis.

Vero invece che le principali fonti rinnovabili producono ormai energia pulita, a costi maggiormente concorrenziali, ecco perché il progetto Agnes era ed è il piano industriale energetico  che si deve percorrere. Un piano che avrà importanti ricadute economiche ed occupazionali su Ravenna.

Il fatto che anche l’OMC (Offshore Mediterranean Conference) quest’anno abbia cambiato denominazione in OMC – Med Energy Conference, intitolando l’intera manifestazione: “Ripensare l’energia insieme. Creare alleanze per un futuro energetico sostenibile”, è l’ennesima conferma che il cambio di paradigma – conclude Gallonetto- è già in atto, e Ravenna si farà trovare pronta”.