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Con il concerto di Joscho Stephan di venerdì 8 aprile il festival itinerante Crossroads, organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, transita per la quarta e ultima volta a Fusignano (RA). Il funambolico chitarrista di jazz gitano si esibirà all’Auditorium Corelli (inizio alle ore 21) in trio con Sven Jungbeck (chitarra ritmica) e Volker Kamp (contrabbasso). Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Fusignano. Biglietti: intero euro 15; ridotto 13.

Sin dal titolo, “Django Forever”, e dall’organico tutto corde, il trio del chitarrista tedesco Joscho Stephan mette in chiaro la sua dedizione al gipsy swing, il ‘jazz gitano’ che furoreggiò negli anni Trenta e che da allora ha sempre conservato una sua forte identità all’ombra del suo nume tutelare: Django Reinhardt. Ma ascoltando Joscho, il canone classico di questa musica suona improvvisamente rivitalizzato, come illuminato dall’interno: il gusto interpretativo cerca significati personali nei classici del repertorio, che escono di colpo dal loro status di brani “talmente belli come sono stati scritti che c’è poco da aggiungere”. Invece Joscho aggiunge, eccome: la brevità aforistica del genere manouche si dilata sotto la spinta dell’impressionante virtuosismo del chitarrista tedesco. Virtuoso, ma anche avventuroso: bisogna amare il rischio per spingersi oltre certi limiti di metronomo, riuscendo ancora a staccare perfettamente ogni nota, in una incredibile trasparenza dell’articolazione melodica e del fraseggio. E se pensate che il mondo del jazz manouche sia un po’ chiuso in se stesso, dovreste ascoltare Joscho alle prese con “Hey Joe”: Jimi Hendrix in salsa zingara a una velocità proibitiva per lo stesso Hendrix.

Nato nel 1979, Joscho Stephan ha esordito su disco nel 1999 (Swinging Strings, che lo ha immediatamente imposto all’attenzione internazionale). Ha poi collaborato con Biréli Lagrène, Tommy Emmanuel, Frank Vignola, Paquito D’Rivera, Charlie Mariano, James Carter, Grady Tate.