Dopo Ravenna, Rimini, Misano Adriatico e Portico di Romagna, il progetto itinerante Dante Esule del fotoreporter ravennate Giampiero Corelli, giunto alla quinta edizione, approda a Bagnacavallo (Ra). E’ qui, nella splendida cornice del Convento di San Francesco che domenica 3 novembre sarà inaugurata la mostra di fotografie Dante Esule – Atlante Umano Romagnolo – titolo del progetto di quest’anno – affiancata dalla sezione Dante Esule: Antologica 2015-2019 per ripercorrere le precedenti tappe del progetto. Dante esule 2019 è innanzitutto il frutto di un viaggio reale e di un lavoro di ricerca che si sono svolti prevalentemente, ma non solo, nelle terre romagnole citate nella Divina Commedia, o attraversate dallo stesso Dante nel suo lungo muoversi e soggiornare in Romagna. Il viaggio ha preso avvio dall’Appennino forlivese, da quel confine tra Romagna e Toscana attraversato più volte da Dante fuggiasco da Firenze. Per la precisione dalle zone dell’Acquacheta, a Pian Baruccioli (Pianba), dove gli autori del progetto hanno incontrato alcuni degli abitanti, diventati protagonisti del lavoro fotografico di Corelli e del racconto contenuto nel libro/catalogo che accompagna la mostra. Tra le tappe anche Portico di Romagna, dove si trova ancora oggi l’abitazione di Folco Portinari, padre di Beatrice, e Dovadola, che fu dimora dei conti Guidi. Per arrivare a Forlì, più volte citata nella Divina Commedia, e dove Dante soggiornò più volte. Il viaggio ha quindi toccato i territori della Valmarecchia (Santarcangelo di Romagna, Verucchio, Pennabilli), fino a giungere a Ravenna, “ultima dimora” del Poeta. Tra gli incontri, anche quello con gli abitanti del villaggio Sinti di Misano Adriatico (Rimini), quello con le monache di clausura che dal convento di Faenza si sono spostate nell’eremo di Montepaolo (Forlì), e poi con artisti e artigiani che con la propria arte e passione continuano a seguire, mai domi, le “voci dell’anima”.

Il programma di domenica 3 novembre si articolerà in una serie di eventi, che culmineranno nell’inaugurazione della mostra. L’appuntamento è per le ore 10 al Convento di San Francesco. Dopo i saluti, ai quali parteciperanno anche la sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni e l’assessora alla cultura Monica Poletti, è in programma un incontro-conversazione dal titolo Esuli dal nostro tempo: identità rare e perdute della terra di Romagna. Guidati da Domenico De Martino, direttore artistico del festival Dante2021 di Ravenna e docente dell’università di Pavia, dialogheranno Maria Pia Timo, attrice brillante e comica tutta romagnola, impegnata anche in riflessioni sul non sempre facile incontro di diverse culture; Gianfranco Miro Gori, poeta e saggista, ideatore e fondatore della Cineteca Comunale di Rimini, a lungo impegnato anche come Sindaco del suo Comune; Nevio Spadoni, poeta e autore di teatro (per il Teatro delle Albe e per Ravenna Festival) nonché filosofo.

A seguire in programma la performance di danza Alati senza quota, della compagnia Il Tempo Favorevole (Barbara Martinini, Veronica Aguglia, Marinella Freschi), ispirata a Dante e al tema dell’esilio.

La mostra, che sarà visitabile fino all’1 dicembre (apertura il sabato e la domenica ore 10-12 e 15-18) , è affiancata da un lavoro a mosaico di Francesca Guerzoni, giovane studentessa all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, che per la sua tesi di laurea magistrale ha realizzato un’opera frutto di un soggiorno in Giappone, in cui ha potuto studiare il fenomeno degli Hikikomori: una forma di disagio giovanile che sarà al centro del progetto Dante Esule 2020 e di cui si offre qui una anticipazione.

Il progetto Dante esule 2019 – Atlante Umano Romagnolo faparte del programma Viva Dante 2019del Comune di Ravenna. Si avvale del patrocinio e del contributo del Comune di Ravenna, e del patrocinio dei Comuni di Rimini, Bagnacavallo, Portico e San Benedetto, Misano Adriatico e Santarcangelo di Romagna. Si avvale del sostegno del Comune di Ravenna e di Start Romagna, Romagna Acque – Società delle Fonti, TCR, Sapir.