Il Comitato No ZTL in via Naviglio ha scritto una lettera pubblica al sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi per proporre una serie di aiuti destinati alle attività del centro storico, penalizzate dai mesi di chiusura dovuti al coronavirus. Fra gli interventi, ovviamente, come dice il nome stesso del comunicato, c’è anche una richiesta di rinunciare, per 10 anni, all’aumento della ZTL nella zona urbana:

“Nell’ultima sua corrispondenza con questo Comitato NO ZTL IN VIA NAVIGLIO Ella  ha affermato che: “è opportuno, innanzitutto, precisare che l’Amministrazione Comunale, in coerenza con il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) in fase di definizione e il PAIR 2020 (Piano Aria Integrato Regionale), intende attuare un percorso graduale e su vari fronti finalizzato all’obiettivo generale di migliorare le condizioni di qualità urbana e ambientale della città, realizzando anche politiche integrate della mobilità sostenibile, della riqualificazione degli spazi pubblici, della tutela ambientale, della valorizzazione del commercio, della cura e pulizia, per consentire a tutti di fruire di una città più ordinata, silenziosa e respirabile. Pertanto, con la Deliberazione della Giunta comunale n. 133 del 2019, sono stati formulati indirizzi per l’attuazione di alcuni interventi coerenti con tale obiettivo generale. Tra essi è stato assunto l’indirizzo per l’ampliamento graduale della zona a traffico limitato per ridurre gli accessi dei veicoli privati al centro storico o in aree con caratteristiche di frequentazione e utenza assimilabili o per le quali è opportuno riqualificare l’utilizzo e la sicurezza dello spazio pubblico, favorendo anche l’utilizzo di mezzi in ottica di mobilità sostenibile, come ad esempio mezzi pubblici ecologici.

A nostro giudizio questa analisi non tiene sufficientemente conto dei seguenti fatti:

1 primo: le prospettive di miglioramento della salubrità dei centri storici, per riduzione dell’inquinamento atmosferico per il traffico di autoveicoli è potenzialmente elininabile, così come quello acustico veicolare, con l’introduzione della trazione elettrica. Pertanto, l’obiettivo di CEE, Stato, Regioni ed enti locali dovrebbe essere quello di incentivare la diffusione delle auto elettriche  (si omette di introdurre il tema della trazione auto a mezzo dell’utilizzo dell’idrogeno).

2 SECONDO sul tema si omette troppo di ricordare che il maggior danno alla salute per inquinamento atmosferico deriva dall’inquinamento industriale, per il quale non sembra venga fatto tutto il possibile ed il doveroso;

3 TERZO l’inquinamento dei centri storici, oltre che essere dovuto al generale inquinamento industriale lo è maggiormente, nei periodi invernali, per l’inquinamento dovuto agli impianti di riscaldamento civile; su di esso gli enti locali hanno direttamente un forte potere di controllo, che non ci risulta che venga applicato gran che.

4 QUARTO occorre ripensare alla radice la cosiddetta mobilità sostenibile sulla base anche dei seguenti criteri:  le auto possono non inquinare; occorre favorire la circolazione non solo delle biciclette, ma in primo luogo dei pedoni, anziani e bambini prima di tutti; occorre favorire le consegne delle merci a domicilio; la programmazione della mobilità deve agire per individuazione di percorsi tipici, (pedonali, ciclabli,  misti,   veicolari); differenziazione degli orari nei servizi pubblici  e nelle aziende private; criteri di urbanistica della viabilità caratterizzati dalla percorribilità reale; le parti vitali della città devono essere favorite nella razionalizzazione delle attività commerciali;  esse devono essere frequentate dalla gente; tutte le attrattive delle parti vitali devono ben insediare tutte le attività; cura del decoro eliminando i fatti e le frequentazioni inaccettabili (vedi piazza marrtili, cavallerizza, via naviglio, ecc.) il rispetto del codice della strada non può rimanere un optional ( non si rispettano i sensi unici, motorini con marmitte contra legem, sosta nei passi carrai multate solo con chiamata, ecc); Imola utilizza l’attraversamento delle biciclette delle piste pedonali, se è possibile perché non utilizzarlo anche a Faenza su larga scala.

5 QUINTO il dibattito sul nuovo PUMS, è  stato strozzato dall’uscita dopo l’inizio del Coronavirus, adozione agli inizia di febbraio, avere dato un tempo più lungo per le osservazioni  (due mesi se non si erra) non è sufficiente, essendosi tutto il tempo consumato entro il periodo coronavirus (le osservazioni scadono nella prima quindicina di luglio)

6  SESTO in questo periodo di coronavirus, di grave sofferenza per tutte le attività economiche in generale, si sono manifestate  sia da parte di associazioni, FIAB e Legambiente,     ed ancora più gravemente da parte dello stesso assessorato di questo comun, che a fronte del pesante disagio delle attività economiche hanno chiesto ulteriori gravi penalizzazione del centro storico, mostrando  una sostanziale insensibilità per la gravità della situazione, chiedendo estensioni di ZTL.

PREMESSO TUTTO CIO’ SI CHIEDE:

  1. un piano di rilancio del centro storico, basato: a) sul dimezzamento delle locazioni degli edifici comunali per un anno; b) sul dimezzamento dell’IMU a tutta la città, se non fosse tecnicamente possibile, operare con corrispondente contributo comunale, c) dimezzamento della aliquota IRPEF comunale; d) analoga richiesta alla Regione ed allo stato; e) stop a nuovi centri commerciali; f) riduzione degli oneri di urbanizzazione per il centro storico; g) alleggerimento degli oneri per aggravamento urbanistico nell’edificazione nel cento storico; h) sostegno al Consorzio del Centro storico con un fondo straordinario per il recupero del fermo coronavirus; i) stop all’introduzione dell’obiettivo di estendere a tutto il Centro Storico la ZTL per almeno 10 anni.
  2. concessione di ulteriori 90 giorni per la presentazione di osservazioni al nuovo PUMS adottato in febbraio.

Sulla base di tali argomentazioni e per una serena valutazione delle circostanze di fatto, si chiedono le seguenti informazioni:

  1. quale attività di controllo è stata fatta dal Comune di Faenza nel 2018 e 2019 sugli impianti di riscaldamento delle varie categorie di privati e delle attività della città e quali risultati ha dato;
  2. idem per quanto concerne le attività di inquinamento delle industrie faentine”.