“Se lo stravolgimento dell’ordine di diritto deve dipendere da qualche gabbiano morto, beh, anche qui ognuno faccia le sue valutazioni. (…) forse, da lì a bloccare, a dare un fastidio operativo a un ente importante come l’Autorità Portuale, su questo ognuno faccia le sue riflessioni” (Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico settentrionale, sul Resto del Carlino del 31 ottobre 2019).

“Davanti a queste frasi chiunque, che magari si preoccupi di effettuare la raccolta differenziata e di pagare le tasse per grazie alle quali gli stipendiati degli enti pubblici (in questo caso con 230 mila euro annui) dovrebbero garantirgli anche la salute, la cura dell’ambiente ed il rispetto delle leggi, davanti a frasi come queste chiunque si interroga, e fa le sue riflessioni” afferma il Collettivo Autonomo Ravennate.

“Lo scandalo Berkan B. e cimitero delle navi di Ravenna, ormai divenuto la tragica barzelletta della portualità italiana, relitti arrugginiti affondati ed abbandonati da decenni in una sorte di gigantesca “discarica abusiva” di materiali pericolosi e tossici, di cui uno mai bonificato dalla nafta presente a bordo e collassato ben quarantadue mesi fa, grida vendetta. Ma le Istituzioni, dalla Regione al Parco del Delta del Po, ai Ministeri al Prefetto, per finire con il Sindaco tutore della salute pubblica, tacciono compatte” afferma il Collettivo.

“Del cimitero non importa a nessuno: certamente non interessa qualche gabbiano morto imbrattato di idrocarburi (un centinaio solo nel 2019) e tantomeno ciò che questo significhi a livello di contaminazione ambientale, ma non desta preoccupazione nemmeno qualche chilo di vongole (diverse centinaia) sequestrato ogni anno tra i relitti del cimitero che finisce sulle tavole, forse anche le nostre. Il Collettivo Autonomo Ravennate non si rassegna al muro coeso del silenzio asservito al potere ed allo sfruttamento economico, e rilancia con due iniziative, invitando la collettività a mobilitarsi” prosegue il Collettivo Autonomo Ravennate.

“Venerdì 7 maggio, a partire dalle ore 14.30, si inizia con il presidio organizzato dal Collettivo in Piazza del Popolo, in occasione della commissione consiliare congiunta Ambiente e Porto in cui si parlerà (sul nulla?) della tragica situazione della Pialassa Piomboni e cimitero navi, e si prosegue lunedì 17 maggio, dalle ore 8.30 alle 13.00 circa con un presidio davanti al Tribunale di Ravenna. In quel giorno si deciderà per il rinvio a giudizio o meno dei vertici dell’Autorità Portuale per inquinamento ambientale dovuto all’affondamento della Berkan B., ed al contempo sull’ammissione delle parti civili, ovvero delle associazioni A.N.P.A.N.A. – Associazione Nazionale Protezione Animali Natura e Ambiente, Italia Nostra, Legambiente Emilia-Romagna, OIPA Italia OdV – Organizzazione Internazionale Protezione Animali, WWF Emilia-Romagna. Tutte le manifestazioni sono state autorizzate dalla Questura, e si svolgeranno nel rispetto delle prescrizioni anticovid” conclude il Collettivo Autonomo Ravennate.