“Da diversi mesi abbiamo avviato un confronto con Più Europa, Azione e Insieme per Cambiare senza mai parlare di candidature, posizioni e ruoli.
Quello che abbiamo voluto fare è stato concentrarci sui contenuti da proporre evidenziando come competenze e professionalità dovessero essere i requisiti minimi di partenza.
A Michele De Pascale ho più volte detto che non mi interessa in nessun modo prendere parte a “minestroni” costruiti solo per raccogliere il maggior numero di voti ma che ci devono essere criteri differenti per spingermi a partecipare alla costruzione di un programma elettorale per Ravenna.
Voglio essere ancora più chiaro, quando parlo di criteri differenti non mi riferisco a promesse relative a futuri incarichi o a future allettanti posizioni, ci sono altri molto più bravi di me in questo e soprattutto lo riterrei tempo perso, elemento fondamentale quando tempo da perdere non lo si ha perchè il proprio lavoro occupa già gran parte delle giornate. Non dubitavo che i più grandi poltronari della storia della Repubblica, ovvero ciò che è diventato il Movimento 5 Stelle, si sarebbero cambiati la casacca per l’ennesima volta, ciò che mi lascia molto perplesso è il comportamento del Partito Democratico.
Mi lascia perplesso perchè le aperture a chiunque voglia prendere parte al banchetto possono aver senso solo se si pongono dei limiti, limiti non sulle persone ma su come queste fanno politica e sui contenuti che portano.
Il PD non sta ancora facendo nulla di tutto questo, non mette in chiaro quali siano questi limiti e non parla ancora di contenuti, quasi come se fosse una strategia voluta per “allungare il brodo”.
Questa apertura, a parole incondizionata, è certamente utile per rafforzare ciò che resta del Movimento 5 Stelle Ravennate, partito che sul territorio è completamente e totalmente sbriciolato senza un minimo di forma e consistenza, ma al PD che vantaggi da? Questa è la mia domanda.
Michele de Pascale ha oggi una forza tale da poter evitare “i minestroni raccogli voti” o il sostegno “perchè poi non si sa mai che mi arrivi qualcosa”; Michele de Pascale può tracciare una linea precisa che si ponga come obiettivo la rottura verso determinate logiche e dinamiche che troppo spesso hanno avuto spazio a Ravenna, alzando l’asticella senza dover raggiungere compromessi al ribasso.
Ora il punto è capire se davvero lo si voglia fare.”