Restaurata la lapide che ricorda il sacrificio di Carlo Landi, il giovane che venne catturato nell’ottobre 1944 dai repubblichini assieme ai suoi compagni poi trucidati e buttati nel fiume Senio; a differenza dei compagni Carlo fu trattenuto, seviziato e torturato selvaggiamente dai fascisti durante la notte, poi all’alba trascinato sulla rampa della Rocca e finito a colpi di arma da fuoco.

La lapide è stata affidata alle cure del restauratore lughese Marco Guerra, professionista di esperienza con decine di interventi al suo attivo.

La lapide, pur godendo di un buono stato conservativo, presentava perdita del colore nelle incisioni della parte centrale della lastra e nelle parti metalliche si trovavano ruggine e depositi. Il primo intervento eseguito è stato il lavaggio con acqua demineralizzata e desogen, un detergente utilizzato per la pulizia e la rimozione di muffe e depositi, sono quindi state riprese le lettere mancanti con colori da ritocco pittorico e infine trattate le parti metalliche con olio. Il restauro è stato eseguito tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre.

L’intervento di restauro è stato autorizzato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

“La cura dei simboli della nostra storia è un dovere, con questo restauro abbiamo fatto un primo passo di un percorso più ampio cui intendiamo dare corpo nei prossimi mesi – spiega il sindaco Davide Ranalli -. Ora la storia del barbaro omicidio di Carlo Landi, raccontata pur nella sintesi nella lapide, è nuovamente a disposizione di tutti”.

Ebe Valmori, presidente Anpi di Lugo ha scritto al Comune per esprimere gratitudine: “Il direttivo ANPI di Lugo ringrazia l’Amministrazione Comunale di Lugo e i dipendenti incaricati per l’interessamento nel seguire il  lungo iter e il restauro della lapide intitolata a Carlo Landi, Partigiano lughese, vittima della violenza fascista catturato, torturato poi ucciso il 26 ottobre 1944 sulla Rampa della Rocca ove si trova la lapide a lui dedicata”.