“Il rigassificatore reclama per i suoi scopi il lungomare intitolato a Cristoforo Colombo a Punta Marina. Riporta la stampa che «il tratto finale della strada è stato interamente recintato con deviazione su viale delle Americhe del traffico in entrata nel paese. Le tubature verranno interrate sotto la strada e si congiungeranno poi con quelle che si stanno posando nei campi tra il paese e Ravenna, dove i lavori sono già cominciati e ben visibili da un paio di mesi. La nave arriverà a Ravenna nell’ultimo trimestre del 2024 e per allora l’intera infrastruttura che avrà il compito di portare il gas a terra dovrà essere pronta». In realtà l’ultimo cronoprogramma depositato da SNAM sposta l’inizio delle attività al 2025, ma poco cambia sotto l’aspetto lavori e conseguenti ovvi disagi. E pensare che c’era pure chi si era lamentato per i pochi minuti in cui vi avevamo transitato nel lungo corteo (“la lunga marcia”) che l’11 settembre 2022 aveva raggiunto la spiaggia di Punta Marina, partendo da Ravenna, nell’ambito delle proteste organizzate contro la realizzazione proprio del rigassificatore.

Ravenna in Comune ricorda che ben altri disagi duraturi apporterà il rigassificatore oltre a quelli odierni di natura temporanea. Parliamo di rischi per la sicurezza e di ostacoli al turismo, alla pesca e alla navigazione. Parliamo di un considerevole impatto ambientale. Pensiamo all’importante scarto tra temperature dell’acqua del mare dovuto alle operazioni di riscaldamento del gas liquefatto. Pensiamo anche al problema delle schiume e della clorazione del mare. Sono tutti aspetti questi ultimi, “scoperti” recentemente da SNAM e fatti oggetto di una consistente modifica progettuale attualmente sottoposta al commissario Bonaccini. E poi, naturalmente, c’è l’impatto sul clima sia del gas metano di per sé che della CO2 prodotta dalla sua combustione. Sono i gas serra che stanno innalzando a ritmi spaventosi la temperatura e che causano i tristemente famosi eventi estremi che sempre meno rari e sempre più ordinariamente colpiscono un po’ dovunque. Anche le nostre località costiere, naturalmente, interessate dal duplice fenomeno dell’innalzamento del livello del mare e dell’abbassamento dei terreni, quest’ultimo causato dalle estrazioni al largo. Cosa significhi questo per le mareggiate eccezionali che spazzano tutta la costa, gli abitanti lo sanno molto bene. Ma i governanti, inclusi quelli locali, come i de Pascale e i Bonaccini che fanno le loro comparsate all’OMC, sono bene attenti a ricattare la cittadinanza su presunti rischi di rimanere al freddo, qualora si riducesse l’apporto del gas alla bolletta energetica, per quanto questi allarmi si siano dimostrati infondati.

Delle conseguenze degli eventi estremi, come le mareggiate e le alluvioni, le grandinate e le grandi erosioni, parleremo nella sessione di oggi del convegno “Vivere senza il fossile” che si terrà a Ravenna, alle 20.00, presso la sala Ragazzini di Largo Firenze (dietro la chiesa di San Francesco). Alla sessione “Oltre l’alluvione – La crisi climatica, l’ingiustizia sociale degli eventi estremi, la gestione del territorio”, parteciperanno:

  • Gabriele Bollini, urbanista (“Le opere previste in Emilia-Romagna e non solo. Utilità, danni, costi, moratoria”);
  • Bruna Gumiero, docente Università di Bologna, membro del CIRF (“Fiumi e territorio nella riprogettazione delle politiche ambientali”);
  • Alessandra Bonoli, docente Università di Bologna, coordinatrice del gruppo di ricerca di Economia Circolare e Ingegneria della Transizione (“Esempi di tecnologie verdi urbane per la mitigazione e l’adattamento alla crisi climatica”).

Introduce e coordina Piera Nobili, architetta.

Ravenna in Comune, che aderisce e partecipa al coordinamento ravennate della Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile che organizza il convegno, invita caldamente alla partecipazione.”