Domani pomeriggio, 17 giugno, alle ore 16.00, è previsto il concentramento in piazza XX settembre, a Bologna, per la marcia dei “10 stivali” che porterà fin sotto i palazzi della Regione una piccola parte del fango spalato in questi giorni di aiuto e solidarietà alla popolazione romagnola. Ravenna in Comune aderisce convintamente. Di seguito rilanciamo (uno stralcio) la dichiarazione approvata dall’assemblea popolare dello scorso 27 maggio 2023 tenutasi in piazza del Nettuno a Bologna.

«La crisi climatica ha mostrato i suoi effetti sull’Emilia-Romagna, mentre la cementificazione del territorio ha trasformato precipitazioni intense in una catastrofe con morti e devastazioni. Siccità prolungate, ondate di calore e poi inondazioni improvvise provocano disastri, mettono in discussione la possibilità di produrre cibo di qualità e di avere acqua per tutte e tutti.

Piogge intense saranno sempre più frequenti e l’acqua, su territori cementificati e impermeabilizzati, scorrerà velocemente verso il mare, lasciando alle proprie spalle la distruzione delle alluvioni e i pozzi comunque a secco. […]

Crisi che si svolge in simultanea con la folle escalation bellica. Guerra e crisi climatica sono due riquadri dell’emergenza continua in cui viviamo.

Tutto ciò non è un evento improvviso, è crisi climatica; è la volontà politica di investire per decenni sul costruire un territorio per il profitto e non per la vita bella e sicura di chi lo vive. E la crisi climatica è stata studiata ed annunciata, con i report sui tavoli di amministrazioni locali, regionali e governi. Sapevamo, sapevano! Di fronte a questa responsabilità, è ancora più irresponsabile affermare che “ricostruiremo tutto come prima”, e che le grandi opere vanno avanti. Dobbiamo fermarli!

La ricostruzione deve essere cura e salvaguardia del territorio, perché esso sia ospitale per quante e quanti lo abitano. Non ci servono grandi opere che, cementificando il territorio, mettono a rischio le nostre stesse vite, ma grandi scelte capaci di mettere la nostra vita degna e bella prima di ogni altro interesse.

Fermare le cause che peggiorano la crisi climatica, fermare il consumo di suolo, ricostruire socialmente i territori. Non possiamo accettare la logica dell’emergenza, che impone che le decisioni sulla ricostruzione siano prese in modo autoritario e verticale. Vogliamo soldi per la ricostruzione, basta soldi spesi in armi per le guerre! Diciamo chiaramente NO a una ricostruzione che punti a rifare tutto come prima. E NO a una ricostruzione costruita da un capo-Commissario con le mani sporche di cemento. Al contrario, dobbiamo commissariare noi chi in questi anni ha costruito il disastro. Vogliamo esercitare un legittimo potere di veto sulle scelte dannose per i nostri territori e le nostre vite. Vogliamo che le scelte su politiche e fondi non siano appannaggio di qualche capo supremo ma siano un’occasione per ripensare collettivamente i territori. Per ridisegnare socialmente, ecologicamente e radicalmente la Regione.

Chiediamo anche la moratoria immediata su due grandi opere simbolo delle scelte irresponsabili di amministrazioni locali, Giunta Regionale e governo:

  • il rigassificatore di Ravenna, che ci costringerebbe a decenni di dipendenza dalle fonti fossili, la cui combustione è una delle principali cause dei cambiamenti climatici;
  • il Passante di Bologna, il cui allargamento consentirebbe l’ampliamento delle altre autostrade regionali, e che è l’opera simbolo della cementificazione della nostra regione con decine di ettari che verrebbero sacrificati sull’altare dell’asfalto.

Per tutti questi motivi, l’assemblea di piazza del Nettuno a Bologna del 27 maggio lancia per il 17 giugno, a un mese esatto dall’alluvione del 17 maggio, una marcia popolare che partirà alle ore 16 da piazza XX settembre a Bologna e arriverà sotto la sede della Regione Emilia-Romagna. In questi giorni, a migliaia, stiamo spalando fango in tutta la regione. Il 17 giugno questo fango lo porteremo sotto le istituzioni che hanno responsabilità con quanto successo».

Ravenna in Comune sarà presente nell’ambito del coordinamento ravennate della Campagna per il Clima Fuori dal Fossile e chiede a tutte e tutti di unirsi alla marcia dei 10mila stivali.