L’adozione di mezzi di controllo della miopia in giovani pazienti è importante per contrastarne la progressione. È questo il risultato di uno studio clinico condotto da Forlini Optical, dal titolo “Controllo della progressione miopica: evidenze cliniche”, su 60 ragazzi (24 maschi e 36 femmine) tra i 7 e i 24 anni di età.  

La ricerca, portata avanti dall’ottico di Ravenna negli ultimi 24 mesi, presenta le evidenze cliniche dell’uso di specifiche lenti oftalmiche o di particolari lenti a contatto, attraverso misurazioni costanti per un periodo di almeno 12 mesi a partire dalla rilevazione della problematica visiva.

“In base ai risultati osservati, l’adozione di questi mezzi è da considerarsi davvero molto soddisfacente, al punto da parlare non soltanto di un rallentamento della progressione miopica ma, nella stragrande maggioranza dei casi, addirittura di un possibile blocco”, ha spiegato Gianni Forlini, ottico, optometrista e CEO di Forlini Optical.

“L’indagine ha considerato diversi fattori che concorrono a determinare questa problematica e che sono intercorrelati tra loro. Integrando poi i risultati al protocollo Forlini Optical abbiamo ottenuto una sorta di clusterizzazione della miopia, che ci ha permesso di adottare il mezzo di contrasto più efficace per ogni piccolo paziente”, ha concluso Forlini.

Evidenze interessanti, potenzialmente in grado di dare un contributo concreto alla gestione di una problematica visiva che – secondo lo studio Global Prevalence of Myopia and High Myopia and Temporal Trends from 2000 through 2050” – interesserà il 50% dei ragazzi entro il 2050. Un altro apporto fondamentale è legato alla prevenzione fin dalla prima età scolare e pre-scolare.

Questo studio è stato presentato durante l’evento “Generazione miopia” nella serata di mercoledì 19 aprile, organizzata in collaborazione con il poliambulatorio pediatrico Genesia insieme a Coopervision e Hoya. L’evento, a cui ha preso parte anche l’assessore del Comune di Ravenna alla transizione digitale Igor Gallonetto, è stato anche un’occasione per iniziare a fare rete tra i professionisti del benessere visivo e di diffondere la cultura della prevenzione tra coloro che operano su pazienti in età infantile. 

“Il recettore visivo è sicuramente il più importante organo del nostro corpo: fin dai primi giorni di vita il bimbo entra in relazione con la mamma, durante le poppate, attraverso lo sguardo, e successivamente grazie alla vista inizia a scoprire e conoscere il mondo. Un difetto del recettore visivo può tradursi in disturbi cognitivi e posturali ed è per questo fondamentale controllarne il suo sviluppo nei primi anni di vita e farlo in relazione a tutti i sistemi sensoriali e  motori del bambino”, ha commentato Caterina Bucci, fisioterapista, osteopata e titolare del poliambulatorio Genesia.