Se con il primo “Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali dell’Emilia-Romagna”, realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna e Regione Emilia-Romagna, con il supporto tecnico-scientifico di Uniontrasporti, erano state individuate le opere più importanti (ai primi posti il potenziamento delle connessioni stradali e ferroviarie del porto di Ravenna, l’adeguamento della SS67 Tosco-Romagnola, la messa in sicurezza della E45, l’ammodernamento e messa in sicurezza della SS16, l’adeguamento della Ferrara-mare e la realizzazione della Nuova Romea), nell’edizione 2023, presentata nei giorni scorsi a Bologna, sono state evidenziate, grazie al confronto fra istituzioni, operatori e rappresentanze economiche, anche le più urgenti: il potenziamento del nodo di Bologna, la realizzazione della bretella autostradale di Campogalliano-Sassuolo, la messa in sicurezza della E45, la 4° corsia della A14 fra Bologna e la diramazione per Ravenna, la Cispadana, il potenziamento delle connessioni con il porto di Ravenna, l’Alta Velocità asse Adriatico.
Il “macro obiettivo più urgente“ per il sistema economico dell’Emilia-Romagna quindi risulta essere la fluidificazione del traffico stradale in direzione Nord-Sud ed Est-Ovest, ed emerge inoltre con forza tra le nuove segnalazioni l’urgenza della Zona Logistica Semplificata: l’assenza  di certezze sui tempi della sua operatività crea infatti un situazione di indeterminazione, sia per il sistema imprenditoriale sia per le infrastrutture logistiche e portuali.

L’istituzione rapida della ZLS dell’Emilia-Romagna determinerebbe condizioni di competitività ed attrattività decisive in un momento di grande cambiamento nelle direttrici di scambio internazionali evidenzia Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna e vicepresidente di Unioncamere Emilia-Romagna, che continua – Rifacendoci alle stime di crescita determinate dalle “zone economiche speciali” in numerosi e variegati contesti socioeconomici di tutto il mondo, formulate da Banca Mondiale e altri  importanti istituzioni politiche e centri di ricerca internazionali, e riportate nel Piano di sviluppo Strategico regionale, si evince che l’istituzione delle “zone economiche speciali” possa aver contribuito alla crescita del 4,7% del PIL delle aree interessate e la crescita del 40% delle esportazioni. Considerando lo scenario più ottimistico, si può ipotizzare che gli stessi risultati possano riscontrarsi anche nei territori delle Zone Logisitiche Semplificate, ottenendo pertanto una crescita di molto superiore a quella stimata in uno scenario non condizionato dall’impatto della ZLS.  Infrastrutture e logistica sono elementi essenziali nella crescita e indicatori della qualità della vita: non esiste infatti territorio moderno e competitivo che non punti oggi su infrastrutture nuove, sostenibili, velocizzando gli spostamenti e garantendo tempi rapidi di arrivo sui mercati a partire dai collegamenti con i principali porti e aeroporti europei. Per questo – chiude Guberti – dobbiamo perseverare con grande impegno la nostra azione di stimolo e advocacy sul tema delle infrastrutture, per dare uno slancio alla crescita e alla fiducia, per generare valore pubblico e per  creare quelle condizioni affichè gli imprenditori possano fare al meglio quello che sanno fare, sentendosi meno soli”.