Il Sindaco ha promosso, assieme ad organizzazioni industriali, dell’associazionismo cooperativo, dell’artigianato, del commercio e pure sindacali, una petizione a sostegno del rilascio dell’autorizzazione alla produzione di energia da impianti eolici e fotovoltaici offshore e, in particolare, del progetto AGNES, attraverso la nomina di un commissario ad hoc. Ravenna in Comune non la sottoscriverà nonostante già nell’estate 2020, quando il progetto AGNES venne annunciato, ci dichiarammo “ideologicamente favorevoli” impiegando esattamente e consapevolmente gli stessi termini adottati dal Sindaco. Come precisò il nostro capogruppo in Consiglio Comunale, Massimo Manzoli, nel presentare un’interrogazione per saperne di più su quello che all’epoca era solo un annuncio: «Resta comunque, da parte nostra, un potenziale interesse per un progetto che, appunto, punta ad importanti investimenti verso una effettiva transizione energetica. Tali non possono infatti essere considerati, ad oggi, né i “giocattoli” di ENI, come quello per ricavare energia dalle onde (fintanto che non usciranno dalle fasi sperimentali), né, tanto meno, lo stoccaggio della CO2 ricavato da processi energetici ancora legati al fossile e che presuppongono il mancato abbandono di tali forme di energia». Inoltre, come nella stessa occasione chiarimmo e come in tutti questi anni abbiamo ribadito, anche attraverso l’azione coordinata nella campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile, lottiamo per un obiettivo fondamentale: «una vera transizione energetica dal fossile alle rinnovabili».

Proprio per la nostra manifestata e negli anni reiterata “ideologica condivisione” verso le rinnovabili ed il progetto AGNES (che prevede un grande impianto eolico e fotovoltaico offshore davanti alla costa ravennate) è doveroso da parte nostra spiegare la nostra contrarietà per l’iniziativa del Sindaco.

Va innanzi tutto chiarito che non è la provenienza da parte del Sindaco della proposta ad essere per noi di impedimento, ovviamente. Durante la nostra presenza in Consiglio a volte abbiamo sottoscritto e/o votato mozioni, ordini del giorno e proposte di deliberazioni della maggioranza, come altre invece provenienti dall’opposizione, purché condivisibili nel contenuto anche se non nei motivi che animavano chi le aveva avanzate. Questa volta, evidentemente, il Sindaco punta a fare greenwashing dopo aver favorito ogni richiesta immaginabile proveniente dalla lobby del fossile: dalla discarica di CO2 al rigassificatore, alle estrazioni sotto costa, ecc. Ma, appunto, per noi ad essere fondamentale è il contenuto. Ed è su questo che non siamo assolutamente d’accordo.

Come detto il succo della petizione “AGNES” dichiarato dal Sindaco è «di stabilire anche in questo caso la stessa procedura straordinaria indicata per il rigassificatore (fsru) – anch’esso previsto al largo delle coste di Ravenna – il cui iter autorizzativo, guidato dal commissario Stefano Bonaccini nominato appositamente, si è svolto nel tempo record di 120 giorni, ovviamente nel rispetto assoluto di ogni singolo passaggio necessario». Ravenna in Comune si è sempre detta contraria non solo al progetto di rigassificazione ma anche allo strumento del commissariamento che ha cancellato passaggi non burocratici ma fondamentali nel procedimento per l’esame del progetto. I famosi 120 giorni in cui tutto è stato compresso hanno significato evitare esami importanti sul fronte di sicurezza e sostenibilità e, soprattutto, che il rigassificatore dovesse sopportare indagini sui rischi come impianto industriale e valutazioni sotto il profilo ambientale. Il commissariamento ha implicato la decisione a monte di fare ad ogni costo l’intervento indipendentemente dalle risultanze procedimentali, come il commissario ha più volte ribadito. I tempi stretti stanno costringendo oggi SAIPEM a continue modifiche progettuali ad un intervento risultato inattuabile nelle forme originariamente previste, superando gravi errori costantemente negati e coperti dalla procedura commissariale. Il commissario straordinario, per sua natura, è una soluzione che la normativa prevede per rispondere a situazioni eccezionali, non per tagliare assieme ai tempi il controllo democratico e gli accertamenti tecnici indispensabili nello svolgimento di pratiche che dovrebbero essere ordinarie. Ed è proprio a questo, invece, che è servito il commissariamento del rigassificatore. Una imposizione antidemocratica di un impianto nocivo non può allora diventare di per sé democratica quando all’impianto si è “ideologicamente favorevoli”.

È sicuramente indispensabile che la procedura dalla quale passa il progetto AGNES sia privata di colli di bottiglia, ostacoli artificiosi e perdite di tempo ma la ragione per cui questi ci sono sta nello “sfavore ideologico” verso le rinnovabili. Se le rinnovabili funzionano è chiaro che non ha senso continuare con il fossile come si è sempre fatto, finanziandolo, agevolandolo e coccolandolo nonostante le conseguenze sul cambiamento climatico che obbligherebbero ad un’inversione di rotta. Dunque, da parte di chi governa, si continua a far di tutto perché la procedura corretta per l’esame di un progetto sia infarcita di impedimenti che ostacolino l’entrata a regime delle rinnovabili. Come avvenuto nel caso di AGNES. Ma l’esame attento dei progetti delle rinnovabili non è di per sé burocrazia da eliminare. Le pale eoliche comportano anch’esse rischi, possono causare impedimenti nella fruizione del mare e del cielo, possono danneggiare comparti economici, l’ambiente, la fauna, eccetera. Un giusto procedimento di esame è indispensabile. Senza di esso non si sarebbe potuto ottenere una modifica utile all’attività della pesca, ad esempio. Un procedimento commissariale tiene conto solo di ciò che il commissario vuole. Per il rigassificatore ravennate, ad esempio, si è salvaguardata una speculazione edilizia, mentre non ha avuto alcun peso il legittimo interesse degli abitanti di Punta Marina, nella ridislocazione dell’impianto a terra.

Come Ravenna in Comune, dunque, ribadiamo la contrarietà assoluta a commissariare i procedimenti sia per l’esame dei progetti inerenti le rinnovabili che per quelli relativi alle fonti fossili. Per tutto ciò confermiamo che non sottoscriveremo la petizione presentata dal Sindaco per lavarsi l’anima che sottintende, tra l’altro, la sua candidatura al ruolo di eventuale commissario. Siamo invece disposti a far fronte comune in una eventuale iniziativa politica seria per spingere il legislatore ad eliminare dalle procedure tutto ciò che serve soltanto ad impedire alla transizione di diventare operativa in tempi accettabili, aumentando e non diminuendo però il controllo democratico.”

Ravenna in Comune