“Spiace ma non stupisce la posizione del PD formato Schlein sui rigassificatori. Vanno bene se la loro collocazione è affidata a commissari dello stesso PD e invece “è una tecnologia costosa e dal prezzo molto instabile, che rischia di diventare un boomerang per le tasche dei cittadini” se i commissari sono di centrodestra. Lo dice la responsabile ambiente PD Annalisa Corrado in una intervista al Foglio del 6 settembre rispondendo ad una precisa domanda (“Il Pd è favorevole al rigassificatore in Emilia-Romagna, ma non lo è in Liguria?”).  La risposta non lascia spazio a dubbi per quanto riguarda la Liguria dove è stato nominato commissario il Presidente della Regione Toti, centrodestra: “il rigassificatore non deve andare a Vado Ligure, è assurdo che in un paese civile non esista uno straccio di piano industriale serio per una vera transizione energetica e il progressivo phase out dalle fonti fossili e che garantisca la possibilità di discutere e pianificare, con tutti i livelli istituzionali coinvolti, scelte che impattano su economia e salute dei territori”. A Ravenna invece va tutto bene perché è stato nominato commissario il Presidente della Regione Bonaccini, PD: “Il percorso in Emilia-Romagna è stato decisamente diverso, ha coinvolto tutti gli interessati”.

Dello stesso avviso del resto de Pascale, anche lui intervistato dal Foglio il giorno successivo: “A Ravenna l’iter autorizzativo per la nave rigassificatrice, gestita come a Piombino da Snam, è andato liscio, ha previsto la massima partecipazione, e questo lo ha riconosciuto la stessa Corrado”. E anche per lui non va bene togliere dalla Toscana del commissario Giani, pure lui del PD, il rigassificatore da dirottare in Liguria: “nessuno ci ha spiegato perché quel rigassificatore vada spostato da Piombino, con i soldi che sono stati spesi per installarlo in questi mesi”.

Spiace, come dicevamo, ma non stupisce, che venga nascosto che sia a Ravenna che a Piombino sono state rilasciate autorizzazioni che in qualunque altro caso sarebbero state illegittime. Procedimenti privati di verifiche essenziali come quella sui grandi rischi industriali (Seveso) e sulla valutazione di impatto ambientale (VIA), con significativi errori puntualmente denunciati (segnalazioni da ing. Riccardo Merendi), ampiamente oggetto di contestazioni numerose e partecipate con manifestazioni nazionali in entrambe le città, sono approvati dal PD perché avrebbero “coinvolto tutti gli interessati” e “previsto la massima partecipazione”? Scendano lorsignore e lorsignori su questa terra e aprano occhi e orecchie prima di raccontare qualcosa che appartiene forse ai loro desideri ma non abita il mondo reale.

D’altra parte sempre al mondo fantastico abbiamo visto appartenere il surreale dibattito svoltosi presso la festa nazionale del PD a Ravenna la sera del 7 settembre. Tema: “L’energia che serve al Paese”. Svolgimeto: tutti (e tra i tutti c’erano anche Corrado e de Pascale) hanno parlato sempre e solo di energie rinnovabili. Addirittura de Pascale si è chiamato santo da solo intestandosi il progetto AGNES (con che diritto?), quello che da anni e anni (nonostante le promesse sue e di Bonaccini) sta sviluppando un approfondito procedimento in cui se i grandi rischi non si sono esaminati è solo perché non ne presenta. Nessuno, nemmeno de Pascale, che si sia dato la pena di ricordare che tra sue “azioni strategiche per cambiare radicalmente rotta, quattro sì, per l’economia e l’ambiente” il progetto AGNES ha sempre svolto solo il ruolo greenwashing di prezzemolino. De Pascale tra i suoi “sì” convinti ci ha sempre messo infatti:

“la ripresa delle attività estrattive per attingere alle risorse di gas naturale nell’alto Adriatico con liberalizzazione completa delle nuove attività”, “l’installazione a largo delle coste di Ravenna di un FSRU offshore (Rigassificatore galleggiante)” e poi “la realizzazione di un sistema di CCUS per captare la CO2”.

Ma tutto ciò non ha avuto spazio nella serata che parlava di un mondo idilliaco al Pala De André. Solo di rinnovabili si è parlato. Bene, per carità. Ma allora se si tratta dell’obiettivo del PD c’è da chiedersi perché questo mondo idilliaco non sia stato realizzato da quel partito nei lunghi anni trascorsi al Governo del Paese, né nei decenni di amministrazione regionale e nemmeno da quando occupa permanentemente gli enti locali, tra l’altro con due mandati proprio di de Pascale.

Il punto è che il PD quando predica “rinnovabili” razzola “fossile”, allo stesso modo con cui si riempie la bocca di “pubblico” mentre sostiene il “privato”, parla di “aumento dei servizi” e invece opera “tagli”, innalza inni alla “pace” e foraggia le “guerre” e così via.

Ravenna in Comune ricorda (non già al PD che lo sa benissimo, ma a chi in buona fede si fa fregare da quel partito) che le rinnovabili non sono complementari alla politica dei rigassificatori. I secondi sono costosi, insicuri, climalteranti e non riducono la dipendenza dall’estero. Le prime sono diventate economicamente sostenibili, non hanno problemi di sicurezza, costituiscono la svolta attesa per eliminare i danni da riscaldamento globale e poi consentono una produzione di energia indipendente da fonti estere. In pratica per rendere convenienti i rigassificatori bisogna boicottare le rinnovabili. Questo è il vero obiettivo: delle rinnovabili si parla e basta mentre si continua a spingere solo sul fossile. E anche su questo ci sembra che l’identità di vedute tra il governo Meloni e quelli che l’hanno preceduta sia totale. Non importa che energia serve al Paese: a centrodestra e centrosinistra interessa solo l’energia che serve all’ENI!”