“Si attende ancora che l’Amministrazione comunale dia il via alla ZTL del Borgo San Biagio, prevista fin dal 2009. Secondo impegni dichiarati formalmente dalla Giunta comunale a Lista per Ravenna in Consiglio comunale, sarebbe dovuta avvenire nell’autunno 2022. Già l’11 maggio dello stesso anno era stato annunciato il superamento definitivo degli ostacoli burocratici che ne avevano ostacolato a lungo la fattibilità. Prima di approvare il piano particolareggiato della nuova ZTL, dovrà essere adottato il “Regolamento per la circolazione e la sosta nelle ZTL del centro abitato di Ravenna”, richiesto dal Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) del Comune di Ravenna fin dal 2014, necessario perché siano riformulate le norme applicate dal 2006 senza la dovuta approvazione del Consiglio comunale, comunque superate. Secondo la richiesta di Lista per Ravenna, condivisa in Consiglio comunale dall’assessore alla Mobilità, serve una revisione di ampio raggio e con una forte impronta sociale.

Intanto però, anche le antiche strettissime strade, dove una volta passavano solo i carri col bestiame, altrimenti dette “Casbah di via Portone”, dovranno, per quanto possibile, rinnovare e riqualificare la loro veste. È stato presentato il 30 marzo scorso un progetto dell’associazione Dis-Ordine che, attraverso un percorso multidisciplinare, coinvolgerà i due indirizzi fondanti del Liceo artistico di Ravenna, architettura e mosaico, nell’allestimento e installazione, su via Portone, di opere in mosaico, illuminazione, fioriere, ecc. Eventi e visite guidate, supportate dalla tecnologia contemporanea, faranno di questa strada un “Museo a cielo aperto per Ravenna, capitale del mosaico”.

CASE CENTENARIE DIMENTICATE

Proprio all’inizio di via Portone, entrando dal voltone su via Maggiore, sono però collocati due edifici centenari, uno del 1913 al civico 3 e l’altro del 1929 al civico 15, di cui il Comune di Ravenna possiede 3 appartamenti su 5 nel primo e tutti i 12 nel secondo. Il 2 maggio scorso, chiesi ad ACER, che li gestisce, se, “data la vetustà e il pessimo stato di questi edifici”, l’azienda  avesse “in previsione di effettuarvi lavori di ristrutturazione/risanamento/messa a norma per alcuni o per tutti, o se almeno ne è stata valutata l’esigenza con il Comune di Ravenna”. Riconoscendo solo che “i due edifici presentano la necessità di sostituire o riparare infissi/scuroni/persiane”, che comunque viene assolta solo quando avviene il cambio di inquilino in un appartamento, la risposta è stata totalmente negativa, come se nei due immobili non fossero invece necessarie opere di manutenzione straordinaria, di cui è competente il Comune. Non interessa quindi ai nostri governanti che 15 dei 17 appartamenti siano abitati, essendo gestiti da ACER, da famiglie con modesto reddito, in più casi bisognevoli di assistenza.

Grottesco il caso del civico 3, quello che da 110 anni è sempre lo stesso, dove gli affittuari dei tre appartamenti del Comune, persone “fragili”, sono assistiti dai servizi sociali. Ai proprietari privati degli altri due appartamenti è impedita ogni minima ristrutturazione per indisponibilità del Comune, tramite ACER, a qualsiasi approccio. Esemplare l’ultima mail inviata da uno di loro ad ACER il 22 aprile 2021: “L’immobile necessita sicuramente di interventi di manutenzione straordinaria, tra l’altro sembra che qualcuno (al tetto!) sia di particolare urgenza. La riqualificazione del patrimonio abitativo italiano è una priorità assoluta del sistema Paese. La dimostrazione del grande interesse verso l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli edifici si evince dalle possibilità offerte dal Decreto Rilancio che prevede importanti misure di sostegno per spese in interventi di riqualificazione. La proprietaria dell’altro appartamento è d’accordo con me che non si può fare a meno di prendere qualche iniziativa ed entrambi saremmo partecipi nell’individuare le migliori soluzioni che l’Acer Ravenna volesse intraprendere”. Nessun riscontro ad oggi. Altro che “l’efficientamento energetico” declamato dal sindaco tra i successi del suo operato. Le case del Comune abitate da persone umili possono restare “vecchie” e decrepite oltre l’inimmaginabile. Il civico 3 è peraltro posto all’ingresso del “Museo del mosaico a cielo aperto” progettato per via Portone. Bel biglietto di presentazione per i visitatori.

Chiedo pertanto al sindaco se intende finalmente disporre che, per i due edifici di via Portone, si propongano i necessari interventi di riqualificazione, risanamento ed efficientamento energetico, che, per il civico 3, raccolgano la disponibilità dei due condòmini privati.”