Nei giorni scorsi si è svolto presso la sede della CNA di Lugo l’incontro tra il nuovo CUPLA – Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro autonomo di Ravenna, ricostituito a livello provinciale – e i vertici del Distretto socio sanitario della città. All’incontro erano presenti Federica Boschi dell’Ausl della Romagna, Direttrice del Distretto Socio Sanitario di Lugo, e Luca Piovaccari Sindaco Comune di Cotignola Delegato alle Politiche Socio-Sanitarie per l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.

All’incontro hanno partecipato i referenti delle organizzazioni dei pensionati aderenti alle sette associazioni imprenditoriali dell’artigianato, del commercio e dell’agricoltura della provincia di Ravenna: ANAP Confartigianato Ravenna, CNA PENSIONATI Ravenna, Associazione Pensionati C.I.A. Romagna, 50 e più Confcommercio Ravenna, FIPAC Confesercenti Ravenna, Federpensionati Coldiretti Ravenna, ANPA Confagricoltura Ravenna.

Il Coordinatore del CUPLA provinciale di Ravenna, Casimiro Calistri di CNA Pensionati, è intervenuto portando all’attenzione i punti di interesse. Egli ha sottolineato come sia importante conoscere il percorso delle Case di Comunità, lo stato di attuazione del piano degli investimenti dell’Ausl della Romagna nel territorio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna al fine di coinvolgere tutti i pensionati appartenenti al CUPLA della Provincia di Ravenna.

La Dottoressa Federica Boschi dell’Ausl della Romagna, ha sottolineato come il futuro degli investimenti dell’Ausl della Romagna e della Sanità in generale dipenda molto dalle risorse derivanti dal PNRR. Tra le linee fondamentali del futuro della sanità territoriale vi saranno percorsi riguardanti la maggiore assistenza domiciliare. La Dirigente Ausl ha ribadito come un ruolo centrale lo avranno le case di comunità, coinvolgendo anche il terzo settore.

“È necessario partire da un contesto più ampio – ha sottolineato il Sindaco Piovaccari  – non si può prescindere dal fatto che la salute di ciascuno di noi dipende solo per 20/30% dalla sanità diretta, mentre il restante 70/80% dipende da fattori quali comportamenti personali e stili di vita, fattori sociali, condizioni lavorative, condizioni generali socio-economiche, culturali e ambientali, fattori su cui peraltro gli enti locali possono incidere moltissimo con politiche di integrazione socio-sanitaria. L’impegno per la non autosufficienza in Bassa Romagna, ad esempio, ammonta circa a 13 milioni di euro all’anno, di cui 1 proveniente da finanziamenti nazionali e la restante quota dal Fondo della Regione Emilia-Romagna. È evidente lo squilibrio e la necessità di investire molto di più per garantire la migliore assistenza possibile alle persone prima di accedere ai servizi ospedalieri.

L’Ospedale di Lugo – prosegue Piovaccari – conta 250 posti letto, oltre 10000 ricoveri l’anno, circa 1300 interventi chirurgici. Una delle azioni su cui si sta ragionando è l’integrazione con l’Ospedale di Faenza che consente di ragionare su un bacino di utenza di quasi 200.000 abitanti, aumentando il vantaggio in termini di qualificazione del personale e di potenziamento delle funzioni”.