Trentuno pazienti e il loro medico di medicina generale sono stati indagati a piede libero dalla procura di Ravenna per falso in concorso per via delle esenzioni dalla vaccinazione Covid-19 certificate dal camice bianco.

In altro fascicolo il medico è stato indagato pure per usurpazione di funzioni pubbliche in quanto, sebbene non vaccinatore, aveva inserito le motivazioni di esenzione nell’apposito sistema informatico

Il caso, secondo quanto riportato dalla stampa locale, è emerso ieri mattina quando quattro pazienti si sono rivolti al Tribunale del Riesame di Ravenna per chiedere il dissequestro della documentazione a suo tempo sequestrata dai carabinieri del Nas di Bologna su delega del Pm ravennate Angela Scorza.

    L’indagine era scattata a metà dicembre scorso da una informativa del comandante della polizia locale: un agente si era presentato con un certificato di esenzione al vaccino ritenuto incompleto e a firma del medico ora indagato: questi peraltro era già stato identificato in piazza nel corso di manifestazioni organizzate dalla galassia no vax e no mask. Il medico in questione non ha mai fatto mistero delle sue posizioni in proposito anche attraverso interviste a media locali.

    La direttrice del dipartimento di Sanità Pubblica di Ravenna, sentita in Procura a metà giugno in qualità di persona informata sui fatti, ha spiegato che le esenzioni certificate dal medico ora indagato erano state di tre tipi a partire da manifestazioni di sindrome trombotica in seguito a prima vaccinazione con Vaxzevria-Astrazeneca (anche l’indagato stesso se lo era inizialmente auto-certificato): ma almeno dai registri Ausl nessuno dei pazienti di questo gruppo risultava essersi mai vaccinato. Altro gruppo di esenzioni era stato indicato per ipersensibilità al principio attivo: in questo caso – ha chiarito la teste – la condizione deve essere provata con specifiche prove allergiche.

    Per una sola paziente infine era stato indicato come motivo di esenzione la gravidanza: condizione che però – ha precisato l’esperta – non rappresenta controindicazione assoluta ma è anzi un motivo per cui la vaccinazione viene indicata con possibile rinvio temporaneo fino al terzo mese.

(ANSA)