“UN CASO RAVENNATE

Una persona 84enne, ravennate, ha ricevuto dal direttore generale del Ministero della Salute, in data 7 novembre 2022, la comunicazione di “avvio del procedimento sanzionatorio per l’inosservanza dell’obbligo vaccinale”, della quale riassumo di seguito, in termini molto facilitati, il contenuto dell’imputazione: “Lei alla data del 15 giugno 2022 non ha effettuato la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario. Entro il termine perentorio di dieci giorni potrà comunicare all’Azienda Sanitaria Locale l’eventuale certificazione relativa al differimento o all’esenzione dell’obbligo vaccinale, ovvero altra ragione di assoluta e oggettiva impossibilità. Entro questa data dovrà dare notizia dell’avvenuta presentazione di tale comunicazione anche all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, accedendo all’Area Riservata del relativo portale tramite credenziali SPID o Carta d’Identità Elettronica 3.0 o Carta Nazionale dei Servizi. Nel caso in cui l’ASL, anche a seguito dell’eventuale contraddittorio, non trasmetta a tale Agenzia, nel termine perentorio di dieci giorni dalla ricezione, apposita attestazione che confermi l’insussistenza, nei Suoi confronti, del predetto obbligo vaccinale ovvero l’impossibilità di adempiervi, Le verrà notificato un Avviso di addebito, con valore di titolo esecutivo, per il pagamento, entro sessanta giorni, della sanzione di euro 100,00”.

VACCINAZIONE IMPEDITA

La persona imputata di non aver fatto il terzo richiamo vaccinale è laureata, capace per studi e cultura di comprendere perfettamente il lessico tecnico-burocratico della comunicazione, dotata di conoscenze approfondite in campo medico-sanitario-farmaceutico, digitalizzata abbastanza per destreggiarsi sui portali internet rispetto a quanti, specialmente anziani, nemmeno sanno cosa siano SPID, CIE e CNS. È persona tutt’altro che prevenuta verso i vaccini. Pagherà tuttavia questa somma senza opporsi, nonostante lo ritenga un sopruso, sia per sfinimento, che per protesta contro un sistema che opprime i cittadini in modo autoritario, anziché ascoltarne con approccio personale e dialogante le ragioni e i bisogni.

In effetti, già il 31 dicembre 2021 aveva messo a conoscenza l’azienda USL di Ravenna della sua “assoluta e oggettiva impossibilità” di assumere la terza dose di vaccino come indicato dal proprio medico di base. In quella data ha infatti indirizzato al direttore generale dell’azienda USL presso la sede di via Fiume Abbandonato 248, a Ravenna, il messaggio mail seguente: “Mi rivolgo a Lei direttamente perché la mia condizione di vaccinato-non vaccinato non sembra trovare la soluzione nelle pieghe della nostra USL […]. Attualmente non sono protetto da vaccinazione anti Covid-19 per le seguenti ragioni. Ho fatto la prima dose del vaccino MODERNA il 3 maggio 2021 e la seconda il 31 dello stesso mese. Dopo questa prima dose ho avuto pesanti effetti collaterali che il mio medico di base ha ritenuto opportuno trattare con una terapia di sostegno, con risultati solo parziali. Dopo la seconda dose con lo stesso vaccino MODERNA, gli effetti collaterali sono stati dello stesso tipo, ma ancora più marcati. Col medico di base la soluzione proposta è stata quella di non utilizzare il vaccino antiCovid 19 di quelle marche, in quanto similari, così come indicano da sempre le precauzioni farmacologiche e mediche. Questo ha significato che al comparire della proposizione di una terza dose non mi è stato possibile accedervi in quanto si trovavano distribuiti solo MODERNA e PFIZER. Oggi, a distanza di sette mesi dalla prima duplice vaccinazione, mi ritrovo, quasi certamente, non in possesso delle iGG (gamma globuline ad azione anticorpale presenti nel siero sanguigno, nda) neutralizzanti. Non sono riuscito a sapere come fare per ottenere la terza – ma anche una ipotetica quarta dose, se necessaria – di vaccino anti Covid 19 NUVAXOVID della Ditta VIVAVAX che sembra rispondere per la soluzione delle mie problematiche e che è stato approvato da EMA e AIFA circa 10 giorni addietro. Le sarei grato se se mi indicasse il modo di farlo o, ancora meglio, fornendomi un appuntamento ad hoc, come l’USL aveva fatto per la mia terza dose che non ho fatto per quanto sopra tratteggiato”. Nessuna risposta da allora.

PROCEDIMENTO NAZIONALE DA RIVEDERE

Trattandosi di un’iniziativa nazionale, ritengo comunque di dover sollevare il caso, di cui sono venuto a conoscenza, pensando soprattutto alla povera gente che si vedrà arrivare a casa una multa da 100 euro senza capirne il senso né potendovi reagire, e spesso con difficoltà a pagarla. Lo scopo è che trovino il modo di porvi rimedio, sul piano generale, gli organi istituzionali e politici che ne hanno la possibilità.

Allo scopo, mi rivolgo al sindaco di Ravenna, presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria dell’AUSL Romagna, nonché dell’Unione delle Province Italiane (UPI), e in quanto tale membro della Conferenza Stato-città ed autonomie locali, preposta a raccordare l’amministrazione centrale dello Stato con gli enti pubblici territoriale secondo l’articolo 114 della Costituzione. Serve un’iniziativa dello Stato perché il procedimento sanzionatorio di cui sopra venga sospeso, incaricando le aziende USL di accertare esse stesse, tramite contatti personali diretti, le ragioni di chi non ha assolto l’obbligo vaccinale, “assolvendo” quanti vi abbiano provveduto in ritardo o ne siano stati esentati o impediti per giusto motivo. Non andrebbe escluso, essendo cessata la fase emergenziale, di soprassedere ad attività meramente burocratiche, macchinose ed impegnative, il cui interesse pubblico non ha più ragione di esistere se non per far cassa in misura inferiore al costo degli uffici e del personale che vi sono addetti. Risorse umane certamente più utili per la vera “sanità” pubblica.

Conviene il sindaco su queste considerazioni, agendo di conseguenza?”