13/04/2018 – In un’aula magna gremita, nella mattinata di venerdì 13 aprile, gli studenti del terzo anno dell’Istituto Oriani hanno accolto il magistrato Floriana Lisena della Sezione Dibattimento Penale del Tribunale di Forlì e il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Faenza, Cristiano Marella, insieme al Comandante del Nucleo Radiomobile di Faenza, il maresciallo Luigi Gentile. L’incontro è stato introdotto dalla professoressa Annamaria Rava, coordinatrice delle attività legate all’Educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva. I relatori, nel proprio ambito, hanno esposto la propria esperienza in relazione alle violenze sulle donne e al coinvolgimento dei minori. “Quasi quotidianamente – ribadisce Marella ai giovani in aula – l’Arma dei Carabinieri è chiamata ad intervenire per episodi di sopraffazione e violenze, sia fisiche che psicologiche, a danno delle fasce più deboli (donne, anziani, bambini, diversamente abili), che avvengono soprattutto nell’ambito familiare, nel circuito relazionale (che annovera anche i social network) e negli ambienti di lavoro e scolastico”. Marella ha altresì evidenziato come il fenomeno della violenza di genere costituisca, da alcuni anni, oggetto di misurazione statistica: sono state illustrate, infatti, alcune indagini preoccupanti, che rivelano come quasi una donna su tre abbia subìto una qualche forma di violenza fisica o sessuale, o umiliazioni, discriminazioni, angherie dalle forme meno gravi (come lo strattonamento o la molestia) a quelle più gravi, come il tentativo di strangolamento o lo stupro. Il comandante, oltre a fornire un corredo di utili chiarimenti di natura tecnica circa le attività di prevenzione e contrasto messe in campo dall’Arma, anche per supportare le vittime, non si è lasciato sfuggire la puntuale attinenza con casi di scuola o di vita familiare, come ha ripreso anche il magistrato Lisena, mettendo ambedue in luce, anche se in una diversa prospettiva, il costante aumento dei reati commessi, come lo stalking, le minacce, le percosse, la violenza psicologica e le condizioni peggiorative di vita di chi è vittima e spesso, per paura o vergogna, esita a denunciare. Lisena, come giudice, rispondendo anche a diverse domande poste dai ragazzi, ha posto l’accento sulla necessità di valorizzare la differenza nella logica del rispetto, della pari dignità, della reciprocità, commentando le principali leggi entrate in vigore negli ultimi anni, e ha osservato che la presenza sul territorio delle forze dell’ordine, oltre alle indagini e alla ricezione delle denunce, è da intendersi anche al servizio e all’ascolto di chi ha bisogno d’aiuto.