L’estensione dell’obbligo di etichette con l’indicazione dell’origine degli alimenti è una vittoria per 1,1 milioni di cittadini che hanno firmato l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) “Eat original! Unmask your food” promossa dalla Coldiretti, Campagna Amica ed altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea. Si tratta di un risultato storico al quale ha contribuito anche l’Emilia Romagna raccogliendo oltre 75mila firme, con un grande apporto della provincia di Ravenna che per mesi ha visto gli agricoltori dei mercati a km zero di Campagna Amica impegnarsi per sensibilizzare i consumatori in questa lotta comune per la trasparenza. Il via libera definitivo all’obbligo di etichettatura garantirà a livello europeo, la giusta tutela alle eccellenze ravennati come olio ed ortofrutta, ma anche più sicurezza ai consumatori. 

Un decisivo passo avanti nell’ambito della strategia “farm to fork” del Green New Deal proposto dalla Commissione Europea, anche se non mancano tuttavia preoccupanti zone d’ombra nei fuorvianti bollini nutriscore e nei pregiudizi sui consumi di carne e sugli allevamenti.

“L’etichetta con l’indicazione di origine degli alimenti risponde alle aspettative della stragrande maggioranza dei consumatori europei e dall’82% di quelli italiani che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull’origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all’Italia costa oltre 100 miliardi di euro all’anno nel mondo – commenta il Presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte – e questa estensione è un traguardo importantissimo nell’ambito della battaglia che Coldiretti conduce da anni a tutti i livelli e che ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa per le politiche rivolte alla qualità, sicurezza alimentare e trasparenza dell’informazione”. 

 Purtroppo risulta incoerente anche la scelta a favore del bollino nutriscore che rischia di promuovere i prodotti industriali delle multinazionali con indicazioni allarmistiche, fuorvianti, discriminatorie ed incomplete che favoriscono prodotti artificiali e finiscono per escludere paradossalmente alimenti sani e naturali per i consumatori. Sono infatti inaccettabili sistemi di informazione visiva come il semaforo inglese, ma anche il nutriscore francese che invece di informare il consumatore cercano di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità. Si rischia – evidenzia la Coldiretti – di promuovere bevande gassate con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma.

In questo contesto, nonostante lo stralcio dal testo finale del documento di considerazioni che miravano a ridurre i consumi e la produzione di carne, permane la preoccupazione, espressa da Coldiretti in una lettera inviata al Commissario Europeo Paolo Gentiloni, per le misure che, direttamente o indirettamente, rischiano di compromettere la sostenibilità economica del settore, attraverso affermazioni false e strumentali sull’attività di allevamento e sul consumo di prodotti di origine animale che in modo equilibrato sono una componente essenziale della dieta oltre a fare parte della cultura alimentare italiana ed europea.