15/04/2018 – La battaglia della lista civica La Pigna per l’eliminazione del poltronificio continua. E quando si parla di “poltronificio” la mente va, automaticamente, a Sapir, Hera e compagnia “bella”. Proprio a proposito di Sapir, pochi mesi fa, la Giunta de Pascale dichiarò, a sostegno del mantenimento della partecipazione comunale, che in assenza di accordo parasociale tra gli enti pubblici soci che sommati, comunque, ne detengono la maggioranza, tale società non poteva essere definita “a controllo pubblico”. Una motivazione del tutto contraria a quanto disposto dal Ministero di Padoan. Motivazione utilizzata al solo scopo di riparare Sapir da adempimenti e obblighi a cui, invece, è soggetta una Società a controllo pubblico. E’ lo stesso Ministero di Economia e Finanza (Mef), oggi ancora sotto la guida del Ministro di centro sinistra Padoan, a definire Società a controllo pubblico anche quelle in cui i soggetti pubblici partecipanti, dei quali nessuno detiene la maggioranza del capitale sociale, effettuano le scelte in modo congiunto e tacito, in una nota del 15 febbraio scorso. Questa espressione si affianca a quella di diverse sezioni di controllo regionali della Corte dei Conti. E dai verbali delle sedute del CDA di Sapir, si evince chiaramente come tutti i soci pubblici votino all’unanimità e, quasi sempre, addirittura in linea con i soci privati. Risulta, pertanto, evidente che le motivazioni di de Pascale & Co. siano elusive e destinate solo a non ricomprendere Sapir tra le Società a controllo pubblico e quindi a sfuggire alle limitazioni della legge, come l’obbligo di indire e pubblicizzare le gare d’appalto o i bandi di concorso per la selezione e l’assunzione del personale dipendente. A Ravenna la situazione è a dir poco strana: troviamo la società del nostro Comune, Ravenna Holding, non con un Amministratore Unico, come avviene ad esempio nelle Holding di Forli e Rimini, ma con un Consiglio di Amministrazione. Ovviamente al solo scopo di moltiplicare le poltrone e sistemare consiglieri di espressione di maggioranza, come nel caso di Eugenio Fusignani prima e Stefano Ravaglia poi. Entrambi del PRI. Altro che contenimento dei costi! Seppure non previsto, poi, in Ravenna Holding vi è pure il Vice Presidente! Come se non bastasse, all’attuale Presidente ed AD della Holding, nonché ex Assessore, Dott. Carlo Pezzi, viene riconosciuta, quale compenso aggiuntivo, anche l’indennità di risultato. La situazione continua anche con le Società controllate di Ravenna Holding. Troviamo, infatti, l’Avv. Isotta Fiorentini sia nei consigli di amministrazione di Ravenna Holding che di Azimut, con compensi annuali rispettivamente di € 9.000 e di € 7.000. In Azimut, troviamo sia un CDA sia un Vice Presidente. Stessa situazione in Aser e in Ravenna Farmacie dove troviamo CDA di ben 5 membri. Il tutto, lo ricordiamo, nonostante la normativa non consenta tali nomine (Testo Unico in materia di Società a partecipazione pubblica). Insomma, fatta la legge, trovato l’inganno. Noi de lista civica La Pigna pretendiamo che vengano osservate scrupolosamente la normativa vigente, le interpretazioni del Governo Nazionale e le espressioni della Corte dei Conti. Per porre un freno a questa situazione e allo sperpero dei soldi di noi cittadini, ho presentato un’interrogazione al Sindaco e un ordine del giorno in Consiglio Comunale. Vedremo come si comporteranno al voto Pd e P.R.I.