20/04/2018 – Fa davvero piacere che anche una nota esponente della cultura ravennate, quale é Cristina Mazzavillani Muti, abbia dichiarato che l’Elmo di Negau debba tornare al Museo Didattico Territoriale di San Pietro in Campiano. Tale dichiarazione prova la evidente quanto contrapposta opinione della Signora Muti rispetto a quella dell’ “asso pigliatutto”, Elsa Signorino, sancendo una volta per tutte che il mondo culturale ravenante non è “Signorino dipendente” Ora che questa ingiustizia ai danni dei bambini e della comunità delle Ville Unite e’ stata perpetrata, chiediamo, anche alla luce della presa di posizione della Signora Muti che coincide al 100% con la nostra proposta, che il Sindaco de Pascale intervenga per riportare, al più presto, l’elmo nella sua sede naturale: San Pietro in Campiano. Ci vorrebbe poco a rimediare a questo atto di arroganza. Privare la comunità di San Pietro in Campiano dell’Elmo di Negau significa colpire l’orgoglio, la tradizione e la storia di questa comunità. Non bastano certamente gli interventi di Widmer Mercatali, ex Sindaco, attuale consigliere di amministrazione della Fondazione Ravennantica ed abitante delle Ville Unite, a placare l’indignazione popolare. Una vicenda che ha portato anche alle dimissioni di Vanda Budini, ispettore onorario della soprintendenza e “madre” del Museo di San Pietro in Campiano. L’ Elmo di Negau è il simbolo del fallimento dell’inutile, insensato e costosissimo Museo di Classe che dovrebbe aprire il prossimo autunno, con un ritardo di ben 14 anni. Un Museo che, a detta di de Pascale e della Signorino, alla fine costerà ben 25.000.000 di euro. Una follia, uno sperpero colossale di risorse pubbliche che potevano in gran parte essere risparmiate. Un Museo a cui è stato dato vita prima ancora di ottenere reperti interessanti dagli scavi nell’area archeologica dell’antico porto. Scavi che non hanno prodotto nulla di storicamente rilevante, confermando ciò che Roncuzzi aveva sostenuto dopo le sue approfondite indagini. Un Museo che, quindi, non ha nulla da esporre. Per evitare il fallimento totale del progetto, si è dovuto ricorrere al “soccorso rosso” dell’amico Ministro, Dario Franceschini. Si tenta, di conseguenza, di privare Faenza dei suoi tesori come il mosaico della pantera nera, indignando i faentini e contravvenendo alle intese che prevedevano il ritorno del mosaico a Faenza dopo il restauro da parte di Ravennantica. E così il Museo di Classe diventa il “Museo del Territorio”: un cambio di nome per giustificare l’asportazione dei reperti da altre zone del ravennate. E non solo. Noi siamo con i cittadini di San Pietro in Campiano e delle Ville Unite. Eravamo presenti assieme a Vanda Budini e ai residenti di San Pietro in Campiano, lo scorso 5 aprile quando 2 rappresentanti di Ravennantica hanno portato via l’Elmo. E, per chiedere conto all’Amministrazione di quanto è stato fatto, abbiamo chiesto la convocazione di una apposita commissione consiliare. Sosteniamo, inoltre, la raccolta firme per chiedere il rientro dell’elmo al Museo di San Pietro in Campiano; raccolta che, ad oggi, ha registrato un massiccio numero di adesioni, nonostante le pressioni di diversi esponenti del Pd locale. E’ tempo che il Sindaco De Pascale, che finora ha taciuto sull’argomento, si esprima sulla vicenda e assuma le proprie responsabilità. Lui può riparare a questa ingiustizia. E se lo farà saremo i primi a dargliene merito.