Da giorni sono in vigore le misure emergenziali antismog, per gli elevati livelli di PM10 registrati nelle città di pianura, Faenza compresa.
“Come associazioni e gruppi impegnati per la difesa dell’ambiente, Fiab Faenza ed Extinction Rebellion, siamo gravemente preoccupati e ci chiediamo se il Comune stia facendo abbastanza, se si è davvero percepita l’entità dell’emergenza. L’emergenza Covid dovrebbe averci insegnato a tutelare l’aria e l’ambiente che ci ospita, perché da questo dipende la nostra salute. Eppure sembra che questa consapevolezza non sia scesa a fondo, che tutto stia tornando come, se non peggio, di prima”.
Le due associazioni ambientaliste commentano così il perdurare di livelli alti di inquinamento e quindi anche delle contromisure adottate in molte aree dell’Emilia-Romagna e quindi della nostra provincia.
“Gli esperti ci dicono che l’inquinamento a lungo andare può provocare gravi malattie croniche e che alti livelli di PM nell’aria possono contribuire al peggioramento delle condizioni cliniche di persone infette da Sars-Cov-2 (e più in generale dai virus respiratori), soprattutto in correlazione con altre patologie pregresse. L’inquinamento è quindi un ulteriore grave fattore di rischio.
Che cosa fa, quindi, concretamente il Comune per far rispettare le misure di emergenza?
Sappiamo che è impossibile controllare la temperatura dentro le case, ma si sta facendo abbastanza per controllare il blocco delle auto (fino Euro fino 4) in centro, e altri divieti connessi all’agricoltura?
In questi giorni abbiamo visto con soddisfazione che iniziano i controlli davanti alle scuole, contro i parcheggi selvaggi, controlli che da anni chiedevamo. Stanno aumentando le strade scolastiche, piccoli segnali nel verso giusto: ma non basta. Siamo in emergenza, dobbiamo accelerare il cambiamento.
In una città come Faenza, ancora non esistono varchi elettronici (telecamere), per controllare (e sanzionare) l’accesso illegittimo delle auto. Ci sembra una lacuna gravissima: la mancanza di controllo non è un problema di mancanza di personale, di risorse, non è un problema tecnico, ma un problema politico, di volontà. Si vuole o non si vuole farlo? Se c’è la volontà, le risorse si trovano.
Quando finalmente si metteranno i varchi? quando finalmente il Comune approverà il PUMS, (rimandato più e più volte), e per il quale abbiamo inviato numerose osservazioni migliorative?
È anche un problema di comunicazione, che cosa vogliamo dire e comunicare ai cittadini? In una città inquinata come Faenza, non esiste un solo cartello che ringrazia chi va in bici, neppure davanti alle scuole.
Noi ci auguriamo che questa amministrazione ascolti i nostri appelli e le nostre proposte.
L’inquinamento provoca quasi 66000 morti premature all’anno, (2018), in Italia, e continua a mietere vittime.
La Corte di giustizia Ue ha condannato l’Italia per aver violato “in maniera sistematica e continuativa” i valori massimi di concentrazione di PM 10 nell’atmosfera,soprattutto nella Pianura Padana, a partire dal 2008-2009 fino a oggi.
Se la regione Emilia Romagna continuerà a imporre misure di emergenza che i Comuni non fanno rispettare e che la gente ignora, oltre a prendere sanzioni, continueremo ad avvelenare l’aria e la nostra salute. Cambiamo rotta, prima che sia troppo tardi.”