“Le tristi motivazioni sull’antropizzazione dei fondali e sullo sviluppo del botulino nella Valle della Canna sono ormai note a chiunque, così come è chiara anche la ciclicità di questo fenomeno determinata da evidenti cambiamenti climatici, ma altrettanto favorita da interventi idraulici ancora incompiuti.

L’aver anticipato e accelerato gli interventi nella Valle della Canna rispetto al 2019 testimonia senza dubbio una maggior attenzione delle parti coinvolte ed un grande lavoro sul campo, da un lato coordinato dagli Enti preposti, ma dall’altro lato reso possibile solo grazie al lavoro dei volontari delle associazioni venatorie, degli osservatori e dei fruitori di sani principi di questi ambienti.

Queste azioni vanno però interpretate per ciò che sono realmente, ovvero di tipo emergenziale e per questo occorre porsi alcuni quesiti allo scopo di svolgere un improrogabile passo in avanti”.

A scriverlo è Paolo Guerra, Presidente Assoraro e candidato indipendente nelle liste del Partito Repubblicano. Guerra chiede quindi conto dei lavori che dovrebbero aiutare, una volta finiti, a mantenere un habitat sereno nella valle.

“In primis, vorremmo comprendere quale è la tempistica prevista per il completamento delle opere idrauliche indispensabili per il flussaggio delle acque e l’ossigenazione di questo bacino che rappresenta il solo modo per prevenire i fenomeni di anossia e lo sviluppo del botulino.

Quel flussaggio che è stato effettuato, ad esempio, durante questa estate nei Chiari della Pialassa Baiona (Chiaro di Mezzo e Chiaro del Comune) con l’apertura e la chiusura delle paratie, anche in questa occasione grazie ai volontari delle associazioni venatorie (ATC Ravenna 2), insieme alle Guardie Pinetali, su coordinamento dell’Ufficio Ambiente e non senza la disponibilità di acqua garantita dal Comune di Ravenna. Attività che ha consentito di abbassare il livello di salinità dell’acqua e conservare le qualità biologiche essenziali per prevenire i fenomeni di anossia e di botulino.

In seconda battuta vorremmo porre alcune riflessioni sul periodo di prosciugamento delle valli in quanto ciò’ che si sta facendo ora, forzatamente a causa della moria di anatidi, potrebbe non dare i risultati sperati per le (seppur lievi) piogge previste nel periodo autunnale. Molti suggeriscono di trarre esempio dai gestori delle lagune da caccia e da pesca del Veneto, dove le valli sono portate in secca a maggio, lasciate al sole dell’estate per bonificarne i fondali, per poi rimettervi l’acqua in autunno, in modo che gli uccelli migratori possano trovare un ambiente risanato ed idoneo allo svernamento. La molteplicità degli attori che hanno competenze sulla Valle della Canna e le opinioni talvolta confuse di alcuni portatori di interesse, non aiutano certo a definire i processi decisionali sulla gestione di questo specchio vallivo.

Nel dare nuovamente atto del lavoro profuso da più fronti, auspichiamo che nel prossimo mandato amministrativo, lontano da competizioni elettorali, sia possibile celebrare non solo il tempismo delle azioni correttive, ma il completamento delle opere idrauliche che interessano la Valle della Canna e l’attuazione di un programma stabile e lungimirante di gestione delle acque al quale i nuovi vertici del Parco e il Comune di Ravenna possono certamente ambire per prevenire questi fenomeni.”