Un medico, un poliziotto, un infermiere, probabilmente altri alias. Sono le finte identità con le quali un 19enne si presentava negli hotel trascorrendo qualche giorno di vacanza per poi pagare con carte di credito clonate.

Purtroppo per il giovane, gli ultimi cinque giorni in un appartamento di lusso presso il Grand Hotel di Riccione, con ogni comfort e senza badare a spese, gli sono costati l’arresto da parte delle forze dell’ordine. Un conto da più di 2.000 euro. Ma, al momento del pagamento, qualcosa è andato storto e sul posto sono arrivati i Carabinieri della locale Sezione Radiomobile.

Mentre gli operatori della reception dell’albergo effettuavano la transazione di pagamento con i dati di una carta di credito forniti da A.M. classe 2001, di origini maghrebine nato ad Agrigento e residente nel ravennate, il vero ed ignaro titolare della carta – vistosi addebitare la somma con un messaggio al telefonino– ha chiamato immediatamente la struttura riferendo che era in atto una truffa. A quel punto sono stati allertati i militari che hanno proceduto a bloccare il giovane e a condurlo in caserma per effettuare tutti gli approfondimenti utili a chiarire la vicenda. Ed è così che si è compreso di essere difronte ad un vero professionista del crimine.

Le indagini svolte hanno infatti consentito di accertare che A.M., presentatosi alla struttura alberghiera, prima come un poliziotto e poi come un medico in servizio per l’azienda sanitaria, aveva fornito i dati della carta di credito di un turista toscano in vacanza a Riccione all’inizio del mese di agosto. A.M. era entrato in possesso dei dati del turista lavorando, stagionalmente, alla reception di un altro albergo dove era stato ospitato il titolare della carta di credito.

Uno stratagemma non nuovo: numerosi precedenti specifici sul conto del giovane sono stati riscontrati nella banca dati, con particolare riferimento all’accesso abusivo a sistemi informatici e all’indebito utilizzo e clonazione di carte di credito.

Ma la vera scoperta è stata fatta solo successivamente, quando i Carabinieri, dopo averlo arrestato per l’indebito utilizzo di carte di pagamento, hanno rinvenuto nel suo piccolo bagaglio i cosiddetti “ferri del mestiere”: numerose carte di credito prive dei dati identificativi del titolare e, soprattutto, una divisa da soccorritore del 118 con vari distintivi identificativi delle mansioni sanitarie di “medico”, “autista”, “infermiere” e “soccorritore”, indossate all’occorrenza quando, usurpando i vari titoli, metteva in atto le proprie truffe.