Il Ceas dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna rilancia la campagna di sensibilizzazione per contrastare il fenomeno dell’uso di bocconi o esche avvelenati: a partire da febbraio saranno affissi manifesti appositi negli spazi pubblicitari cittadini.

Le esche alimentari avvelenate causano atroci sofferenze e la morte di animali selvatici e domestici. La campagna adottata punta a informare i proprietari di animali rispetto alle precauzioni da adottare, nonché le conseguenze a cui va incontro chi commette reati.

I cittadini sono tutti invitati a collaborare alla lotta contro questo fenomeno e a prendere alcune precauzioni, come l’utilizzo della museruola per le passeggiate con il proprio animale da compagnia (soprattutto in campagna) e l’utilizzo di guanti per raccogliere eventuali esche sospette; in caso disintomi sospetti di avvelenamento del proprio animale è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio veterinario di fiducia.

Bocconi, esche, lacci e oggetti sospetti che possono sembrare messi apposta per uccidere o catturare animali, carcasse di animali sia domestici, sia selvatici, casi sospetti o effettivi di intossicazioni e di avvelenamenti, vanno immediatamente segnalati alla Polizia locale della Bassa Romagna (telefono 800 072525) o al Servizio Veterinario dell’Ausl della Romagna (0545 283083) o alla Polizia provinciale (0544 258922), oppure ai Carabinieri Forestali (0544 247900).

Inoltre, è scaricabile l’applicazione «Bocconi Avvelenati» creata dal Ministero della Salute a dicembre 2022 che permette di segnalare in tempo reale il ritrovamento e la posizione del boccone o del materiale sospetto e anche di visualizzare sulle mappe interattive del Portale Nazionale il rischio potenziale associato ad un determinato territorio; questa ultima funzione è molto utile se consultata prima di passeggiare con il proprio cane.

Uccidere animali selvatici o domestici con esche avvelenate è un reato punito con la reclusione da quattro mesi fino a due anni. Il reato di maltrattamento di un animale è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o la multa da cinquemila a trentamila euro. L’articolo 674 del codice penale punisce inoltre chi getta sostanze tossiche nel suolo pubblico.

Per monitorare il fenomeno e assicurare la tracciabilità di ogni evento è stato concordato un sistema che vede la collaborazione dei veterinari liberi professionisti, il gruppo Carabinieri Forestali di Ravenna, la Polizia locale della BassaRomagna, il servizio veterinario dell’Ausl della Romagna, l’Istituto zoo profilattico sperimentale (Izs), il comando di Polizia provinciale e i Comuni.

La campagna di informazione è curata dal Servizio Igiene, sanità ed educazione ambientale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, in collaborazione con il Ceas e il Servizio Comunicazione e marketing.

Per ulteriori informazioni sulla campagna inviare una mail a ambiente@unione.labassaromagna.it.