Nei giorni scorsi il ricavato delle serate organizzate da Terziario Donna Confcommercio Ravenna, nell’ambito dell’iniziativa ‘Una perla per la solidarietà’, è stato consegnato a Linea Rosa, l’Associazione ravennate che sostiene le donne vittime di violenze fisiche, psicologiche, economiche e sessuali, e ogni altro tipo di violenza e discriminazione, ed anche le donne che stanno vivendo una situazione di disagio.

Nel corso delle serate che il Terziario Donna Confcommercio provincia di Ravenna ha organizzato presso la Sala Bini di Ravenna, chi voleva poteva fare una piccola donazione a favore di Linea Rosa. A fronte di questa donazione riceveva una perla bianca o rosa che il Terziario Donna ha ribattezzato ‘perla della solidarietà’.

E così è nata l’iniziativa ‘Una perla per la solidarietà’.

“Questa iniziativa – dice Claudia Fabbri, Presidente di Terziario Donna Confcommercio provincia di Ravenna – ci ha consentito di poter donare ad una delle Associazioni di volontariato più importanti di Ravenna che sostiene da quasi 30 anni le donne vittime di violenze e non solo, una cospicua somma per proseguire nella propria mission. Vorrei ringraziare di vero cuore tutte le imprenditrici, gli imprenditori e tutti coloro che hanno lasciato il loro contributo, durante gli eventi di Terziario Donna Confcommercio perché questi soldi serviranno per uno scopo importante e aiuteranno tutte le donne che chiedono sostegno per aver subito violenze e discriminazioni”.

“Le violenze che le donne subiscono – sottolinea Alessandra Bagnara, Presidente di Linea Rosa – sono molteplici e di varie forme: fisica, psicologica, sessuale, stalking ed economica. Proprio quest’ultima, spesso, è uno dei motivi che costringe le donne a restare all’interno di una relazione maltrattante, non sentendosi sufficientemente autonome per il proprio mantenimento e quello dei figli. Grazie a questo contributo sarà possibile incrementare le attività a sostegno delle donne vittime di maltrattamenti in percorso per uscire dalla situazione violenta. Abbiamo pensato di utilizzare la donazione per sostenere l’autonomia delle donne che, in alcuni casi, passa anche attraverso l’acquisto di biglietti per i mezzi pubblici, alcune ore di baby sitteraggio per ricerca o mantenimento del lavoro, partecipazione a corsi e/o laboratori qualificanti per i quali è necessario corrispondere una quota di iscrizione”.