“Si chiude un anno difficile ma non possiamo assistere al lento abbandono della sanità pubblica o lasciare che le difficoltà siano coperte solo dai sacrifici di chi ci lavora.
Riorganizzazioni, come quella recentemente appresa dalla stampa relativa alle automediche in Romagna, che ci appaiono come veri e propri tagli mascherati da “appropriatezza della prestazione”.
Su questo urge essere quanto mai chiari. Il confronto con la Regione al momento è fermo al palo. Tante promesse ma di fatto ci troviamo fermi ad incontri informativi che non hanno prodotto al momento nemmeno un primo documento sul quale aprire un vero confronto.
Se qualcuno pensa di tirare la Uil per il naso diciamo No grazie.
La Sanità Emiliano romagnola è in forte difficoltà e chi oggi sta pagando il prezzo più salato della difficile situazione in cui versano gli ospedali sono sicuramente i dipendenti schiacciati da turni massacranti, salti del riposo, continui richiami anche dalle Ferie.
Serve ritrovare la capacità di ricercare una vera strada che permetta anche ai lavoratori della Sanità di avere una reale conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.
Purtroppo, anche in Romagna, persistono situazioni di enorme criticità.
Non mancano elementi che sarebbe sbagliato non rivendicare. Ne sono un esempio i validi accordi sottoscritti nel corso dell’ultima trattante con l’AUSL Romagna, frutto di mesi di confronto e di numerose proposte avanzate anche dalla UILFPL ma, la situazione
nel suo complesso resta quanto mai critica e per noi preoccupante.
Meno lezioni e più ascolto è forse il miglior proposito per l’anno a venire.
A partire dal tema della gestione delle assenze, della garanzia degli istituti contrattuali e del lavoro in straordinario che ad oggi viene di fatto gestito mettendo il lavoro in contrapposizione con i tempi di vita privata delle persone. Turni modificati con frequenza, turni di lavoro non garantiti, salti dei riposi, doppi turni e poca certezza nel corretto e completo utilizzo dei propri periodi feriali, rappresentano un complesso di “anomalie” che si è trasformato in una “quotidiana emergenza”.
Su questi temi come Uil non accetteremo silenzi di nessun tipo. Se realmente tanto le Regione quanto le aziende sanitarie locali vogliono un confronto questo va fatto sul serio e sui temi più sentiti dalle organizzazioni sindacali.
In caso contrario la Uil non starà ne zitta ne ferma mettendo in campo ogni iniziativa possibile per difendere la sanità pubblica e chi ci lavora.”