“L’anno 2020 si è rivelato un anno tragico per il comparto dell’oil&gas ravennate per i fortissimi tagli all’occupazione, causati dal blocco di nuove ricerche ed estrazioni di gas naturale, necessarie a compensare le perdite dovute all’esaurimento dei giacimenti e garantire al Paese l’energia utile alla transizione energetica” denunciano il Segretario Nazionale UGL Chimici Luigi Ulgiati ed il Segretario Provinciale UGL Chimici di Ravenna Luca Michieletti. “Nei primi mesi del 2021 è prevista l’emissione del ‘Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee’ (PITESAI) da parte del governo, con lo scopo di definire le aree entro le quali potrà essere svolta l’attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, e c’è preoccupazione per i posti di lavoro.”

“La produzione nazionale degli idrocarburi – segnalano i segretari – da diversi anni viene considerata come se fosse l’unica fonte di pericolo per l’ambiente, uno stato di emergenza, con l’adozione di interventi straordinari (gli emendamenti) che stanno soffocando l’attività, malgrado il settore dell’estrazione abbia incidenti e infortuni inferiori a quelli del complesso industriale produttivo e sia soggetto ad un articolato quadro normativo in materia di sicurezza e di protezione del mare dall’inquinamento.

Considerato che l’obiettivo fissato dal parlamento europeo per combattere il mutamento climatico – riportano  Ulgiati e Michieletti – è la riduzione delle emissioni di CO2 con il raggiungimento della neutralità climatica o carbonica al 2050 (equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio), con la tappa intermedia mediante la riduzione delle emissioni almeno del 40% (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030, e che le produzioni nazionali di gas naturale e petrolio, contribuiscono in maniera minoritaria al fabbisogno energetico del Paese, per circa il 10% per il primo e circa il 7% per il secondo, è prioritaria la diminuzione dei consumi interni legati ai combustibili fossili.

Il restringimento della dipendenza dalle importazioni per il mantenimento dell’autonomia del Paese, mediante l’incremento delle fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, la diversificazione delle fonti, lo sviluppo dei sistemi per la cattura ed il riutilizzo della CO2, l’imboschimento e lo sviluppo dell’economia circolare, la produzione dell’idrogeno, sono le azioni da attuare, così da permettere al settore dell’energia di acquisire una propria resilienza e contribuire alla transizione energetica, economicamente e socialmente sostenibile, senza pagare un contributo più alto di quello che si sta pagando in termini di perdita di posti di lavoro, di professionalità, di conoscenza, di mancanza di risorse economiche per il territorio.

Non si comprende l’utilità del PITESAI – indicano Ulgiati e Michieletti – la normativa del settore degli idrocarburi, lo indirizza ad una vita limitata, in quanto la maggioranza degli impianti romagnoli, sebbene producano esclusivamente gas naturale ritenuto utile alla transazione, e nazionali,  possono essere sottoposti solo ai lavori di manutenzione, perché ricadono dentro le ‘aree tutelate per legge’, e che per la realizzazione dei nuovi progetti fuori dalle aree citate è stabilito il coinvolgimento della pubblica amministrazione, e la partecipazione della cittadinanza e dei gruppi della società civile, dall’applicazione della procedura di valutazione di impatto ambientale. Si attende il superamento della situazione di incertezza nell’attesa della sua emanazione, e che non vengano creati altri blocchi dannosi ai lavori.

In questo momento particolarmente difficile con l’emergenza sanitaria da COVID19 in atto, anche la democrazia ha la ‘mascherina’, a causa dell’impedimento alla partecipazione. Sarebbe dannosa, pertanto, un’ ulteriore scelta imposta senza valutazione delle ricadute occupazionali.

Per questo è importante, prima di fissare scelte importanti, l’attivazione del confronto programmatico sul tema dell’energia, richiesto ai vari livelli, sul piano nazionale al Ministro dello Sviluppo Economico e territorialmente proposto al Presidente della Regione Emilia-Romagna con il coinvolgimento dell’Amministrazione locale ravennate” concludono i rappresentanti dell’ UGL Chimici.