25/04/2018 – Stessa ipocrisia, solita incoerenza e una giornata strumentalizzata e monopolizzata da una politica prepotente. Il 25 aprile dopo oltre 70 anni ci consegna un’immagine distorta e alquanto discutibile, sul palco ci sono rappresentati dell’Anpi poco più che trentenni, con una tessera politica e con idee e conoscenze confuse. Da tempo si chiede un percorso fra ricerca e revisionismo, una lettura più vicina alla realtà, forse i tempi non saranno mai maturi se si sforneranno generazioni poco attente e mai autonome. Il 25 Aprile 1945 è stata una giornata di violenza fratricida, questa è purtroppo la realtà. E’ stato il massacro dei vinti, ormai indifesi, perchè le armate dei vincitori, l’occupazione sul terreno nazionale dei carri armati ed aerei angloamericani, avevano già vinto, contro l’esercito tedesco, la guerra. Il 25 Aprile 1945 è la giornata più sanguinosa e vergognosa della storia contemporanea italiana a causa dei massacri compiuti dalle formazioni del Partito Comunista Italiano. Per una vera pax sociale ci vuole un vero patto, una sorta di cambio di rotta e una riflessione su errori storici. Facciamo in modo che in ogni città ci possa essere una via, una piazza un angolo che ricordino personaggi trucidati in maniera vigliacca da alcuni partigiani che hanno messo in cattiva luce altri e la lotta nazionale della liberazione. Rivi, Ghersi, i Martiri di Codevigo, Don Pessina, i Manzoni, questi sono alcuni esempi. Un monito per non dimenticare quelle giornate e innocenti della resa dei conti. La storia insabbiata, quella nascosta sui libri che solo pochi giornalisti coraggiosi hanno saputo raccontare, deve emergere, per il bene di alcune famiglie, per la nostra società, per questa generazione e per quelle che verranno. Per l’Italia.