“La lotta al cambiamento climatico rappresenta la principale sfida della nostra epoca. Il mondo dell’energia, nella sua accezione più ampia, ne rappresenta un pezzo rilevante. È necessario accelerare questo cambiamento se si vuole arrivare entro il 2050 a una piena decarbonizzazione dell’economia” dichiara Andrea Pasi, che fa parte del gruppo per “una società aperta” di +Europa Ravenna. Il dibattito attorno alla transizione energetica, al metano e al deposito di stoccaggio di CO2 sta infiammando le discussioni all’interno della possibile coalizione di centrosinistra in vista delle elezioni amministrative di Ravenna.

“È una sfida che si può vincere solo grazie alla crescita delle fonti rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica in tutti i settori: è fondamentale anche la capacità di un sistema industriale di riconvertirsi e produrre e gestire tecnologie che favoriscano politiche di transizione” specifica Pasi in riferimento alla transizione energetica.

“Il piano nazionale della transizione ecologica è quindi una necessità che deve partire da piani concreti e realizzabili di cambiamento, riducendo al massimo l’uso delle fonti fossili, e al loro interno privilegiando quelle “più pulite”, in attesa di una completa sostituzione. In questo momento ciò è possibile solo utilizzando anche l’estrazione nazionale di gas naturale, la più “pulita” tra le fonti fossili, con riferimento in particolare alle emissioni di CO2.

In questi anni sono state assolutamente inspiegabili le scelte fatte in materia dagli ultimi governi; a cominciare dal blocco della ricerca e delle estrazioni di gas naturale o dall’esclusione dal Recovery Plan dell’impianto ENI di cattura, stoccaggio e riutilizzo di CO2 a Ravenna. Si tratta di scelte ideologiche, non scientifiche o strategiche. Scelte che possono impedire a Ravenna di diventare una delle piattaforme europee di riferimento per la cosiddetta green energy; con quello che significherebbe sul versante della ricerca, dell’innovazione, della formazione, del lavoro.

Ecco perché sosteniamo, fatte salve sempre le necessarie verifiche ambientali e di progetto, la realizzazione sia dell’impianto di stoccaggio e riutilizzo della CO2 che di tutti gli interventi di creazione di energie rinnovabili pensati per la futura Ravenna (l’eolico offshore, il solare galleggiante e il cosiddetto metano verde, ecc.).

Proprio noi che sosteniamo con forza uno sviluppo “verde” sappiamo bene che questo non significa che il metano non possa giocare un ruolo nella fase della transizione da qui al 2050 e crediamo anche giusto che il nostro Paese si assicuri, con il metano prodotto in Italia in condizioni e luoghi sostenibili e con il biometano, un certo margine di sicurezza energetica nazionale e di continuità produttiva alle imprese del settore.

Ecco perché entrano in campo altre considerazioni più di carattere politico.

Come +Europa di Ravenna -insieme con altre forze accumunate nello stesso progetto civico- abbiamo deciso di partecipare all’avvio del tavolo programmatico che sostiene il sindaco De Pascale. Deve però risultare chiaro come il tema dell’uso del gas naturale italiano, all’interno di una transizione realistica e su basi solidamente di programma, sia un elemento indiscutibile della nostra disponibilità: non bastano “giochi di parole” (che ognuno legge come vuole) per nascondere eventuali strategie opposte. Ai cittadini deve essere detto con chiarezza quale direzione s’intende prendere nell’attività di governo locale: in politica non sempre la somma fa il totale.

Non ci fosse chiarezza – su questo e altri temi – anche per noi sarebbe doveroso prendere altre strade.”