Si è tenuto martedì 23 giugno, con la coordinazione di CNA Ravenna, un convegno sulle opportunità per imprese, professionisti e cittadini introdotte dal Superbonus del 110%.

In apertura Pierpaolo Burioli, presidente della CNA di Ravenna, ha ringraziato tutti i relatori e i tantissimi partecipanti collegati alla videoconferenza. “Questo conferma che il tema è di grande interesse e ha suscitato molte aspettative. Le cifre in gioco sono molto importanti, si stima un valore dei lavori su scala nazionale di circa 10 miliardi di euro (considerando anche il bonus facciate), volume che sarebbe in grado di rilanciare un settore, quello dell’edilizia, ormai allo stremo. Per il nostro territorio provinciale si possono ipotizzare 100/150 milioni di lavori. Mancano ancora alcuni passaggi cruciali affinché il dato si concretizzi in vere e proprie opportunità: tempi certi e rapidi e un’opera di sburocratizzazione importante. Saranno cruciali anche i temi della cessione del credito e dello sconto in fattura, perché in questo modo i cittadini disporranno subito della liquidità per fare altri investimenti. Servono però risposte certe dal sistema finanziario”.

“Il superbonus – continua Burioli – rappresenta un’occasione per ripensare a un nuovo abitare e una nuova organizzazione degli spazi, privati e pubblici. Il convegno di oggi rappresenta il concretizzarsi della volontà di CNA di interloquire con tutti i soggetti coinvolti e porsi come intermediario tra cittadini, imprese, istituti di credito e istituzioni”.

L’intervento di Marco Marcatili, economista e responsabile sviluppo di Nomisma, ha inquadrato il tema dal punto di vista prettamente economico. “Questa ripartenza dovrà essere l’occasione per trasformare il nostro Paese, per questo sarà importante ragionare in un’ottica di lungo periodo e non considerare il superbonus uno strumento emergenziale. L’obiettivo della rigenerazione a costo zero è fondamentale: le famiglie stanno “vivendo alla giornata” e stanno rinviando gli investimenti, in particolare quelli sulla casa. Se non sarà confermato il “costo 0” degli interventi, insieme a procedure semplici e certe, saranno poche le famiglie ad approfittare dell’opportunità. La pandemia ha profondamente cambiato il modo di vivere la casa: le famiglie ora danno più importanza al contesto urbano, alla qualità dei servizi, e per questo serve equilibrio tra gli interventi sugli edifici e gli investimenti sul contesto e gli spazi comuni. Poiché il Superbonus potrebbe essere l’ultima iniezione fiscale che avremo dovremo fare sì che questo abbia un impatto anche sull’edilizia pubblica. Devono, però, verificarsi alcune condizioni: l’assenza di paletti e complicazioni burocratiche, risposte in tempi brevi dal sistema delle banche sulla cessione del credito, una congruità dei prezziari, l’istituzione di soggetti che gestiscano la complessità e garantiscano il buon fine del processo, che facciano da mediatori tra tutti i soggetti coinvolti e, infine, nuovi strumenti urbanistici che rendano possibile una riqualificazione a tutto tondo di alcune aree delle città”.

Per Michele De Pascale la riflessione dovrà articolarsi su due fronti. Il primo è quello della finalità “sociale” del Superbonus, che si pone come obiettivo l’efficientamento energetico, la sostenibilità ambientale e la sicurezza degli edifici dal punto di vista sismico. L’altro riguarda la complessità degli strumenti a cui i cittadini saranno esposti e il mix multidisciplinare che sarà coinvolto. È evidente che servirà una forte regia, e in questo frangente il ruolo delle Associazioni sarà determinante, perché possono dialogare con tutti i soggetti coinvolti. Anche le Istituzioni faranno tutto ciò che può essere utile per istituire i punti di riferimento per i cittadini.

“Stiamo valutando la parte della norma che riguarda l’edilizia residenziale pubblica – prosegue De Pascale – e occorrerà stimolare il governo affinché la misura non resti emergenziale ma diventi strutturale per sostenere i settori dell’edilizia e dell’energia e mandare avanti la rigenerazione della città”.

In conclusione, il presidente di CNA Emilia-Romagna, Dario Costantini, ha sottolineato come il Covid-19 ci stia traghettando verso un nuovo modello di sviluppo e la ripresa stia offrendo l’opportunità di rigenerare il nostro Paese. È positiva la scelta del governo di dare così tanto spazio all’edilizia e alla rigenerazione in questo processo di rilancio dell’economia: il nostro patrimonio edilizio ha enormi potenzialità per interventi di recupero. “Occorre però essere pragmatici. Ci sono due nodi da sciogliere: quanto il sistema finanziario riuscirà a sostenere questi interventi e come riusciremo a alleggerire la burocrazia. Il governo ha prospettato una fase 3 che potrà essere occasione di disegnare insieme un paese nuovo, moderno, agile, capace di vincere la burocrazia, le lungaggini, l’immobilismo. Speriamo che sia veramente così e che si faccia un passo in avanti perché abbiamo davvero bisogno di riqualificare il patrimonio edilizio ma ancora più abbiamo bisogno di rigenerare tutto il nostro Paese al 110%