Il sindaco Michele de Pascale, in qualità di presidente nazionale Upi, ha partecipato questo pomeriggio in videoconferenza a un tavolo con le Regioni, gli Enti locali e il Governo, rappresentato dalla ministra per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, il Ministro per il turismo Massimo Garavaglia e il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, per un confronto politico sui temi delle concessioni demaniali marittime e la direttiva Bolkenstein. De Pascale è intervenuto ponendo l’accento sul carattere di specificità virtuosa delle imprese balneari di alcune zone d’Italia, e ha espresso l’urgenza di intervenire in Europa in merito alla direttiva Bolkenstein relativamente a queste particolari situazioni.

“Va assolutamente tutelata la specificità delle imprese balneari – ha sottolineato de Pascale – soprattutto di quei distretti nei quali si è creato un modello turistico e un’operosità imprenditoriale che ha trasformato le attività balneari in vere proprie imprese complesse, e non in semplici servizi spiaggia di noleggio ombrelloni e lettini, realtà economiche che mal aderiscono al modello preso in esame dalla Bolkestein.

Stiamo parlando di aziende strutturate che portano valore e occupazione, che hanno lavorato su brand e riconoscibilità, che fanno regolarmente investimenti su servizi e infrastrutture valorizzando le spiagge, e che spesso sono proprio il motivo per cui i turisti tornano in vacanza in un determinato luogo. È semplice comprendere come la cieca applicazione della direttiva Bolkenstein, disperderebbe in un solo colpo un tale patrimonio umano ed economico.

Da parte nostra – ha concluso de Pascale – chiediamo al Governo non solo un intervento legislativo urgente che vada a tutelare queste specifiche realtà, ma anche di portare il proprio peso nei tavoli a livello europeo, perché si ben comprendano le caratteristiche peculiari dello scenario italiano, come peraltro è già stato fatto per altre situazioni.

Io penso che il nostro Governo abbia tutta l’autorevolezza per pretendere in Europa un’interpretazione della direttiva che tuteli le imprese balneari in quelle spiagge italiane da esse valorizzate e che sono apprezzate proprio per quel tipo di attività”.