“Con spavalda arroganza, la Regione, per bocca dell’assessore Mammi, conferma senza appello la sentenza di morte per i daini della pineta di Classe e di Lido di Volano. Nel rispondere al question time della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) il 13 settembre scorso, non solo ha ribadito che la Delibera 140/2021 “ammazzadaini” verrà eseguita, ma ci ha regalato un disgustoso ed equivoco scaricabarile.

La Regione, infatti, afferma di non aver alcuna competenza sulle zone gestite dall’ente di gestione Parco del Delta del Po, il quale, a dire di Mammi, decide autonomamente di affidare i daini al macello e alle aziende faunistico venatorie. Peccato che invece, sul sito della Regione stessa si legga: “La Regione si occupa della gestione complessiva del sistema territoriale delle aree protette e dei 159 siti della rete Natura 2000 adottando per conto del Ministero per l’Ambiente e della Commissione Europea indirizzi e norme per la loro istituzione, pianificazione e gestione e coordinando l’azione degli Enti di gestione”.Ebbene, la pressoché totalità delle aree del Parco del Delta del Po sono Rete Natura 2000, e vorremmo pure vedere che non lo fossero! Non bastasse, l’art. 36 della legge regionale 6 del 2005 tirata in ballo dall’assessore, stabilisce l’unitarietà della gestione faunistico – venatoria nelle aree naturali protette e nei siti della rete Natura 2000. Dunque, nessun rispetto per la vita di creature innocenti ma neanche per l’intelligenza dei cittadini! A completare l’arrampicata di specchi, tirano in ballo la LAV, raccontando che grazie ad essa una piccolissima parte dei daini verrà sterilizzata!

Davanti a queste affermazioni, il quadro si presenta sempre più inquietante: come mai a soli 25 giorni dal voto, si è deciso di dare mandato al Parco per l’applicazione della Delibera regionale ammazzadaini?

Perché la Regione finge di smarcarsi dall’impopolare decisione ora che gli altarini sono stati scoperti? Determina del Parco e Delibera della Regione da cui discende la Determina non possono che essere coincidenti, e che senso avrebbe sterilizzare animali per poi portarli in allevamenti anche da carne e in zone di caccia, come scritto nella Delibera? La vicenda assume sempre più i foschi contorni di un misero mercimonio elettorale sulla carne di esseri senzienti, alla faccia della presunta scientificità delle scelte che viene sventolata contro chi chiede tutela per i daini e l’applicazione di soluzioni al passo coi tempi, etiche ed incruente. Il tutto, lo ribadiamo per l’ennesima volta, in totale assenza di dati reali (danni, censimenti, incidenti, ecc.). Ma chiarire il quadro ci viene in soccorso proprio un esponente di Federcaccia, tale Massimo Bulbi candidato per il PD nel collegio Forlì-Cesena ed ora consigliere regionale di maggioranza, il quale, in aprile 2022, nel gioire per il calendario venatorio approvato dalla Regione dichiarava: “Voglio ringraziare l’assessore Mammi per avere accolto le tante richieste che vanno a confermare il calendario venatorio dell’anno scorso, anche grazie al fatto che il parere di Ispra è obbligatorio, ma non vincolante”. Dunque, come ribadito con forza dall’assessore Mammi rispondendo alla consigliera Gibertoni, per i daini bisogna applicare senza appello i pareri non vincolanti di Ispra. Ma, aggiungiamo noi, per le altre questioni, come calendari e regolamenti venatori, no? E a farne le spese, che siano ungulati o avifauna, sono sempre gli animali e i cittadini a cui vengono calpestati i diritti di veder preservato il patrimonio indisponibile dello Stato quale è la fauna selvatica. “

Associazioni della Rete tutela daini di Classe e di Lido di Volano