Prosegue l’analisi del sistema imprenditoriale del nostro territorio a cura della Camera di commercio, per esaminarne un altro elemento significativo attraverso un focus sulle startup innovative. Possono ottenere lo status di startup, le società di capitali costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate ed in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale vigente; possono essere organizzate anche in forma cooperativa e devono avere come oggetto sociale, esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. I vantaggi sono molteplici: minori oneri per la costituzione, rapporti di lavoro subordinato di più semplice attuazione, credito di imposta per ricerca e sviluppo, incentivi all’investimento, raccoltadiffusa di capitali di rischio tramite portali online.

Le startup con sede in provincia di Ravenna, a fine dicembre 2020, sono risultate 63, di cui ben 17 iscritte nel 2020 nella sezione speciale a loro dedicate nel Registro delle Imprese, e rappresentano quasi il 7% del totale regionale e lo 0,53% di quello nazionale.

Le startup di Ravenna rappresentano lo 0,8% del numero complessivo delle società di capitale registrate in provincia; per quanto riguarda l’attività svolta, la maggior parte predilige, come a livello nazionale, il settore dei Servizi alle imprese, pari a quasi tre quarti del totale provinciale (75%). Tra le attività più frequenti per le startup innovative si rileva la produzione di software (27%) e la ricerca scientifica e sviluppo (16%). Come forma giuridica, predominano le società a responsabilità limitata (94%). In provincia di Ravenna, i comuni con la maggior consistenza di startup sono il comune capoluogo con 21, subito seguito da Faenza con 20.

Guardando alla composizione della compagine sociale, a Ravenna il 14,3% sono imprese a prevalenza femminile, ossia startup in cui le quote di possesso e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne e quasi il 13% sono invece a prevalenza giovanile (quote e cariche in maggioranza ad under 35) che vantano una presenza under 35 per la quasi totalità esclusiva ed è la produzione di software e la consulenza informatica il settore che rivela la più alta concentrazione di forza lavoro giovane nella popolazione delle startup innovative ravennati. Il 6,3% del totale delle startup sono imprese a titolarità straniera.

Inoltre, il 17,5% delle imprese innovative ravennati è depositaria o licenziataria di alcune tipologie di privativa industriale (brevetti) oppure titolare di software registrato, così pure il 17,5%, è ad alto contenuto tecnologico, cioè sviluppa e commercializza esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico.

Le startup iscritte al 31 dicembre 2020 nella sezione speciale del Registro Imprese Nazionale ammontano a 11.899; tra le circa 370 mila società di capitali costituite in Italia negli ultimi cinque anni e ancora in stato attivo, il 3,2% risultava registrata come startup innovativa alla data della rilevazione. Analizzando la distribuzione geografica del fenomeno, la Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative (3.218, pari al 27% del totale nazionale); seguono il Lazio (1.383, 11,6% del totale) e la Campania con 1.053 startup (8,9%), uniche altre regioni a superare quota mille. In Emilia-Romagna sono 932 (7,8%) ed è la quarta regione in cui è localizzato il maggior numero di startup, dopo il Veneto (974, l’8,2% del totale nazionale). Rimane elevata la rappresentatività di imprese italiane fondate da giovani under 35, il 19% del totale delle startup nazionali. Milano è di gran lunga la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative: alla fine del quarto trimestre del 2020, erano 2.282, il 19,2% del totale nazionale. Bologna, con il 2,7%, è quinta nella classifica nazionale, ma è prima in regione per numero di startup, con una incidenza quasi del 34% sul totale regionale. Segue Modena ma ben distanziata, con una incidenza, sul totale della regione, pari a 15,1%