Sì dalla commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Francesca Marchetti, alla “Carta etica dello sport”. Ok dalla maggioranza, voto d’astensione dalle minoranze (ad eccezione del M5s che ha votato a favore).

La Regione Emilia-Romagna, nell’ottica di un appropriato e corretto approccio alla pratica sportiva da parte della generalità degli atleti nonché della valorizzazione del volontariato e dell’associazionismo sportivo, si dota di una Carta etica dello sport, in particolare, per consolidare principi ritenuti fondamentali: l’attenzione per i praticanti e per i loro ritmi di sviluppo e tempi di maturazione fisica, emotiva, cognitiva e relazionale, con particolare riferimento a coloro che soffrono di fragilità e disabilità; il rispetto degli altri, dello spirito di squadra e del senso di solidarietà nonché il rifiuto di ogni forma di discriminazione nell’esercizio dell’attività motoria e sportiva; la lealtà e l’onestà, il riconoscimento del valore delle regole e il loro rispetto, così come delle figure che ne sono garanti; il rifiuto dell’utilizzo di mezzi illeciti o scorretti e di ogni forma di alterazione del risultato sportivo e delle capacità di prestazione; la sostenibilità come principio di riferimento dell’organizzazione degli eventi sportivi sul territorio regionale.

La Regione Emilia-Romagna propone l’adesione alla Carta a tutti i soggetti interessati che, a vario titolo, partecipano in regione alla promozione e alla diffusione dell’educazione fisica, dell’attività motoria e dello sport.

“Sport ed etica – si evidenzia nella relazione collegata alla legge – devono rappresentare un binomio indissolubile: per questo è fondamentale che il mondo sportivo metta al centro delle proprie attività iniziative di carattere educativo e formativo indirizzate ad atleti, allenatori, dirigenti, genitori e tutti coloro che sono coinvolti nelle attività sportive, compreso il pubblico che assiste agli eventi”.

I principi e le regole di comportamento contenuti nella Carta etica esprimono quell’idea di sport che la Regione Emilia-Romagna intende adottare e affermare e che costituisce il nucleo centrale della legge regionale 8 del 2017 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive), finalizzata a riconoscere “il valore sociale della pratica sportiva in ogni sua forma espressiva come strumento per la realizzazione del diritto alla salute e al benessere psicofisico delle persone, il miglioramento degli stili di vita, lo sviluppo delle relazioni e dell’inclusione sociale, la formazione dell’individuo fin dalla giovane età, la promozione delle pari opportunità e del rapporto armonico e rispettoso con l’ambiente nonché per la valorizzazione sociale ed economica dei territori, anche attraverso lo sviluppo della wellness valley”.

Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) ha parlato di “forte investimento sullo sport da parte della Regione Emilia-Romagna, con un impegno cospicuo di risorse economiche”. Questa Carta, ha aggiunto, “va accolta positivamente, in quanto sport ed etica rappresentano un solido binomio”. Ha poi ribadito la necessità di “assicurare particolare attenzione alle persone con disabilità”. Importante quindi, ha concluso la consigliera, “diffondere il più possibile questa Carta etica”.

Anche Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha parlato della carta etica come di “strumento positivo per fa riflettere sul valore dello sport, a partire dalla stessa società”. Ha poi evidenziato quella che è “la grande tradizione sportiva dell’Emilia-Romagna”.

“Questa Carta ha un senso ancora più pregante in un momento in cui nella Costituzione ci si appresta a valorizzare il concetto di sport collegato al benessere psicofisico della persona”, ha poi sottolineato Roberta Mori (Partito democratico). Lo sport, ha aggiunto, “è un’opportunità per tutti e per tutte, collegato al principio di convivenza civile”. “C’è l’esigenza in ambito sportivo – la consigliera è poi entrata nello specifico – di rafforzare il tema del femminile, così come è importante il linguaggio della Carta etica (inclusivo), oltre all’attenzione da rivolgere ai soggetti minori”.

Diversi gli emendamenti collegati al provvedimento approvati dalla commissione Cultura. In particolare, per rafforzare il principio di “equa partecipazione allo sport, contrastando stereotipi discriminatori (valorizzando anche lo sport femminile)”, con l’obiettivo poi di “contrastare tutte le forme di violenza, illegalità o di abuso, rispettando il valore sociale dello sport, con particolare attenzione ai minori” e quindi di “riconoscere il valore delle regole condivise”. Emendamenti presentati dalla stessa presidente Marchetti, da Amico, Bondavalli e Mori.