Un milione e mezzo per le piscine comunali, due milioni per le palestre. Sono i ristori che la Regione Emilia-Romagna mette in campo per gli impianti sportivi. Ad annunciare in commissione Cultura e sport, presieduta da Francesca Marchetti, la graduatoria del bando per il trasferimento dei fondi relativi a 147 piscine pubbliche dell’Emilia-Romagna, è il capo della Segreteria politica del presidente della Regione, Giammaria Manghi. Sono interessate 147 piscine comunali, appunto, per un totale di  117 comuni: 23 sono i comuni in provincia di Bologna (fondi per oltre 363mila euro), 11 della provincia di Forlì-Cesena (oltre 121mila euro), 5 della provincia di Ferrara (oltre 96mila euro), 16 di Modena (113mila euro), 19 a Piacenza (190mila euro), 14 di Parma (oltre 198mila mila euro) 9 a Ravenna (100mila euro), 14 in provincia di Reggio Emilia (178mila euro), 6 nel Riminese (56mila euro). Sono fondi che poi dai Comuni, titolari degli impianti, vengono trasferiti alla società o al soggetto che gestisce gli impianti.

Per quanto riguarda le palestre, i ristori sono pari a 2 milioni di euro, con un ristoro massimo per ciascun impianto che ammonta a 4mila euro. “Ristori troppo ridotti- secondo il consigliere della Lega Andrea Liverani-, considerato soprattutto che le palestre sono le aziende che più di tutti hanno tenuto chiuso con la pandemia”. Ma per Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) “per la prima volta, dopo mesi, ci sono finalmente date certe sulle riaperture. Il sostegno economico è fondamentale, ma le riaperture danno sicuramente vita a uno scenario di ripartenza”. Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia, invece, trova “assurdo che non si prendano e non si siano presi in considerazione, anche in passato, gli studi che dimostrano che il cloro uccide il virus, perché ci si sarebbero risparmiati chiusure o distanziamenti in acqua. Questi ristori sono una goccia positiva in un mare di scelte sbagliate”. La preoccupazione di Francesca Maletti (Pd) “i ristori per le piscine sono sicuramente utili, ma per il fatto che si possono aprire solo impianti all’aperto, questo determinerà un aggravio economico per molti soggetti”. Igor Taruffi (ER Coraggiosa) sottolinea come “stiamo parlando di un comparto che, insieme a cinema e teatri, ha pagato il prezzo più alto. È evidente che ci dobbiamo affidare al fatto che ci sono esperti che danno pareri, purtroppo il virus esiste e si diffonde in tutti i luoghi e bisogna inevitabilmente prendere decisioni. Non possiamo dividerci tra chi è contento di chiudere e chi di aprire. Mi auguro che anche sulle palestre ci sia un seguito per quanto riguarda i ristori, ma per chiarezza devo dire che sono calibrati su risorse che arrivano dal governo”. Ma Massimiliano Pompignoli (Lega) rincara la dose: “Sono attività che non solo aspettano sostegni economici, ma da tempo anche le riaperture. I 4 mila euro sono insufficienti, l’unica via di uscita è permettere a queste attività di lavorare”.

La presidente di commissione Francesca Marchetti: “La discussione non si può limitare al solo impegno della Regione perché sono diversi i binari delle risorse, anche se si tratta di una discussione importante in sede di variazione. La Commissione avrà tanti elementi di riflessione, anche sulla base ci ciò che emergerà dai tavoli nazionali”. Infine, Manghi, rimarca come “lo sport uscirà da un periodo complesso e si dovrà studiare il modo in cui dovrà ripartire. Nessuno di noi ritiene esaustivi i ristori messi in campo, perché non c’è una misura adeguata per compensare quello che sta succedendo”.