“A seguito di un progetto classificato in prima posizione nel centro nord tra i dieci progetti pilota nazionali,  è in fase avanzata di costituzione ‘Romagna Next’ un nuovo soggetto il cui obiettivo principale è quello di raggiungere la più elevata competitività della Romagna. Un primo laboratorio nazionale di pianificazione strategica interprovinciale di area vasta del quale fanno parte il Comune di Rimini come capofila e quelli di Ravenna, Cesena e Forlì cui si aggiunge un ampio partenariato pubblico e privato. Come si ricorderà, il primo ‘modello’ lanciato su questi presupposti dalla Regione fu l’istituzione dell’area vasta in sanità, ossia l’azienda Usl della Romagna, seguita poi, da altri organismi come, ad esempio, il sindacato, Confcooperative Romagna, Confindustria Romagna, Cna Romagna Servizi, la gestione condivisa di Romagna Acque, Start Romagna per il trasporto pubblico, ecc. L’ambizioso percorso in argomento coinvolge i quattro comuni con tutte le loro componenti pubbliche e private unite per sostenere progetti  e linee comuni di azione in un territorio sovra-provinciale per lo sviluppo economico e per il miglioramento della qualità della vita. La Romagna, insomma, protagonista di un disegno ampiamente condiviso con l’obiettivo di realizzare economie di scala e aumentare l’efficienza in un quadro di autentica integrazione. In altri termini e ancora teoricamente, ogni singolo campanile dovrebbe cedere il posto ad una logica d’insieme pienamente collaborativa e di sistema. Apprezzabile, la dichiarazione del sindaco di Rimini che fa notare come il “ nostro ruolo è trovare soluzioni e collaborazioni, non alimentare scontri,”  e conclude ” Romagna Next nasce per servire l’interesse della Romagna e non la cassa di partiti” (nota del sindaco Jamil Sadegholvaad dell’ 8.4.2023).

E in questa riflessione, a ragione, ci si interroga su quali funzioni abbiano le Camere di commercio in tale piano strategico, e la risposta è evidente, vale a dire, si tratta di  enti che entrano a  pieno titolo nell’ambizioso progetto quali soggetti specificamente  preposti a curare lo sviluppo nell’ambito delle economie locali. Pertanto gli enti camerali di Rimini, Cesena e Forlì svolgeranno un ruolo sicuramente di primo piano all’interno di Romagna next mentre Ravenna legata innaturalmente a Ferrara, qualora entri a far parte del partenariato, avrà solamente una funzione secondaria se non addirittura residuale, proprio in ragione della sua scelta di unione con l’ente Estense geograficamente e politicamente estraneo all’ Area vasta romagnola.

Anche in questo caso, dunque, assistiamo alla dimostrazione plastica che la Camera di commercio di Ravenna doveva naturalmente fare parte dell’Area Vasta Romagnola, evitando un’insensata forzatura che non può non avere ripercussioni sull’economia locale.”