È ormai prassi consolidato che durante la campagna elettorale si susseguono da parte dei candidati slogan e promesse tese a smuovere il consenso di elettori suggestionabili ma anche di quelli astenuti o incerti.
Come raccontava Francesco De Sanctis nel testo “ viaggio elettorale,” le proverbiali promesse elettorali hanno caratterizzato tante campagne elettorali poiché tendevano spesso alla costruzione di programmi basati su lusinghe e, appunto, al diffuso vizio delle facili promesse.
Ma quello che sta emergendo in questa breve campagna per le elezioni amministrative del 3 ottobre, sono le prese posizioni di alcuni candidati che mettono giustamente in risalto una serie di interventi non realizzati, la carenza di manutenzione sul territorio o, ancora, la richiesta di un maggiore impegno su alcuni temi e tra questi quello più avvertito dai cittadini cioè quello della sicurezza.
In particolare desta stupore leggere le richieste di interventi utili se non addirittura indispensabili per il territorio da parte di persone appartenente alla maggioranza, le quali assumono una veste quasi da opposizione.
E sull’argomento ci viene in soccorso una frase rivisitata presa da un verso di Dante Alighieri, vale a dire “chi è causa del suo male pianga se stesso! “Stride, infatti, assistere a tali comportamenti, assolutamente legittimi, ma rubricabili a mera propaganda elettorale finalizzata a smuovere il consenso.
Tra l’altro se questi buchi neri emergono solo ora o non erano compresi nel programma della maggioranza o non sono stati realizzati come promesso nel corso del quinquennio appena trascorso. Sembra di assistere alla carrellata delle facili lusinghe, d’altra parte, com’è giusto che sia, saranno i cittadini elettori a giudicare la credibilità e l’operato di ciascun candidato anche sulla base dell’attività svolta nell’ultimo mandato elettorale.